
Nell’ultimo secolo, con il fenomeno della longevità, si sente parlare sempre di più di demenze, in quanto tendono ad insorgere con l’invecchiamento (anche se non sempre funziona così). Una grande difficoltà che si riscontra quando si ha a che fare con le demenze è, purtroppo, quella di fare una corretta e immediata diagnosi perché i segni e i sintomi spesso variano da persona a persona.
Questo potrebbe essere il caso di una demenza neurodegenerativa molto rara, una forma atipica dell’Alzheimer, ovvero l’Atrofia Corticale Posteriore (PCA) o Sindrome di Benson, che colpisce direttamente la percezione visiva
Per approfondire, andiamo ad indagare le caratteristiche principali proposte per una diagnosi di PCA includono:
1) esordio insidioso e progressione graduale; vale a dire che spesso non ci si accorge subito della presenza della malattia (a causa di assenza di particolare deficit e patologie) e la malattia avanza in maniera costante e senza la possibilità di un margine di miglioramento (irreversibile);
2) presenza di deficit visivi in assenza di patologie oculari, poiché colpisce la parte posteriore della corteccia cerebrale, adibita al processamento dell’informazione visiva (mentre l’occhio è intatto, non presenta alcun problema);
3) memoria episodica, fluidità verbale e intuizione personale relativamente conservate; il soggetto non ha molte difficoltà nel ricordare avvenimenti passati, nel parlare fluidamente e nella capacità di avere delle intuizioni.
4) presenza di particolari sintomi come:
● agnosia visiva: incapacità di riconoscere gli oggetti attraverso l’uso della vista, anche se gli individui riescono comunque a vederli;
● simultanagnosia: incapacità di percepire più oggetti presentati nello stesso momento;
● atassia ottica: difficoltà nel raggiungere, attraverso il movimento di un arto, un oggetto posizionano in un punto preciso del campo visivo;
● aprassia oculare: difficoltà a dirigere volontariamente lo sguardo verso uno stimolo ben preciso;
● disprassia: difficoltà nell’eseguire movimenti per svolgere attività quotidiane (ad es. vestirsi, svestirsi, allacciarsi le scarpe) e difficoltà nel compiere gesti espressivi (che servono a comunicare emozioni, stati d’animo);
● disorientamento ambientale: difficoltà a riconoscere luoghi familiari;
5) assenza di ictus o tumore.
Come abbiamo potuto osservare, i soggetti affetti da PCA non hanno alcuna patologia oculare, e giustamente da una visita oculistica non risulta nulla di grave (e spesso essa è l’unica visita che viene effettuata da questi soggetti considerato che nella loro totalità vivono ancora abbastanza bene e qualsiasi cedimento è considerato come segno di invecchiamento). Quindi è estremamente importante non sottovalutare alcun sintomo, soprattutto la vera difficoltà di riuscire a vedere normalmente in assenza di una condizione deficitaria da parte del sistema visivo.
È necessario prestare attenzione alla propria percezione visiva e soprattutto è necessario che i caregiver non sottovalutino il problema, pensando sia una difficoltà intrinseca del paziente stesso. Il riconoscimento dei sintomi è utile sia per fare una corretta diagnosi e sia per poter implementare un percorso psicologico più adeguato alla stessa persona. In questi casi, le terapie di gruppo di sostegno si sono rivelate molto utili in quanto aiutano a ridurre l’isolamento sociale e forniscono un sostegno psicologico nel condividere la sofferenza e l’angoscia di morte di un percorso così lungo e difficile.
Bibliografia:
- https://www.gruppovottoalessi.it/assistenza/atrofia-corticale-posteriore/#:~:text=L'atrofia%20corticale%20posteriore%20(PCA,interruzione%20dell'elaborazione%20visiva%20complessa.
- Crutch, S. J., Lehmann, M., Schott, J. M., Rabinovici, G. D., Rossor, M. N., & Fox, N. C. (2012). Posterior cortical atrophy. The Lancet. Neurology, 11(2), 170–178.
- Solyga, V. M., Western, E., Solheim, H., Hassel, B., & Kerty, E. (2015). Posterior kortikal atrofi [Posterior cortical atrophy]. Tidsskrift for den Norske laegeforening : tidsskrift for praktisk medicin, ny raekke, 135(10), 949–952.
A cura della Dott.ssa Daniela Cozzi
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
danielacozzi68@gmail.com