
"C’è una grossa differenza tra disabile e persona con disabilità. Perché nel primo caso si identifica la persona con la sua disabilità, nel secondo si mette l’attenzione sulla persona a prescindere dalla sua disabilità."
Bebe Vio
La legge 104/92 sancisce i diritti delle persone che hanno un handicap o una disabilità grave e consente agevolazioni e sostegno sia per la persona malata, sia per il familiare o caregiver che lo assiste. Tale legge definisce portatore di disabilità o handicap “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione” e pertanto, include tutte le persone che hanno una ridotta autonomia personale e che possono aver bisogno di un intervento assistenziale permanente. Ad oggi, in Italia, circa un milione di persone è affetta dalla malattia di Alzheimer. Chi soffre di tale malattia può richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile o dello stato di handicap ai sensi della Legge 104/92, che dà loro diritto ad agevolazioni fiscali e offre ai familiari la possibilità di usufruire di permessi e congedi lavorativi a chi non può permettersi una figura assistenziale. Facciamo prima una distinzione tra invalidità civile ed handicap:
● l'invalidità, ossia la presenza di un deficit fisico, psichico o intellettivo che causa la difficoltà ad eseguire alcune funzioni della vita quotidiana; è chiamata "civile" quando non scaturisce da cause di guerra o di lavoro.
● l’handicap indica invece, una condizione di svantaggio sociale scaturita dalla disabilità e dal contesto sociale in cui vive una persona;
Vediamo ora insieme la procedura da seguire per ottenere le agevolazioni stabilite dalla legge 104/92: innanzitutto, l’invalidità civile e lo stato di handicap di una persona vengono riconosciuti dall’INPS del territorio. In che modo si deve procedere? Per prima cosa, il proprio medico di famiglia il quale dovrà provvedere al rilascio, alla persona interessata o al caregiver, sia del certificato introduttivo - un certificato che comprovi le patologie croniche o invalidanti della persona malata - che invierà tramite email all’INPS, sia della ricevuta dell’avvenuta trasmissione all’INPS che riporta un numero identificativo. La persona implicata potrà poi rivolgersi ad un CAAF con la documentazione, il quale si occuperà dell’invio della domanda di accertamento di invalidità all’INPS; sarà infatti lui a provvedere ad inviare la visita di accertamento di invalidità alla USL del territorio. Tale visita potrà essere effettuata presso la commissione USL di competenza insieme ad un medico dell’INPS. Nel caso in cui il malato non abbia la possibilità di presentarsi alla USL si può richiedere la visita domiciliare. La commissione USL, insieme al medico dell’INPS, avranno accesso al fascicolo online della persona, che contiene la domanda di invalidità e il certificato introduttivo ed avranno il compito di redigere on line un verbale che riporti l’esito della visita. Il verbale può quindi attestare il diritto ai sostegni economici o, in caso contrario, verrà disposta una nuova visita medica. Il verbale verrà inviato dall’INPS alla persona interessata. Se l’esito del verbale prevede l’erogazione di provvidenze economiche (pensioni, invalidità, assegni) il caregiver dovrà inserire nella banca dati dell’INPS - autonomamente o consultando un patronato sindacale di riferimento - altre informazioni, come ad esempio il reddito familiare, per fornire un quadro generale della situazione per ottenere l’invalidità civile. Dunque, il riconoscimento dell’invalidità civile dà diritto, alla persona interessata, a benefici che variano in base alla percentuale di invalidità riconosciuta:
● Protesi e ausili - % di invalidità civile riconosciuta dal 34% al 66%
● Esenzione dai ticket sanitari - % di invalidità civile riconosciuta dal 67% al 73%
● Assegno per invalidità parziale - % di invalidità civile riconosciuta dal 74% al 99%
● Pensione di invalidità - % di invalidità civile riconosciuta al 100%
● Indennità di accompagnamento - % di invalidità civile riconosciuta al 100%
Come specificato sopra, la legge 104/92 prevede delle agevolazioni anche per coloro che assistono persone con una riconosciuta invalidità civile: a livello lavorativo, infatti, chi si occupa di un parente affetto dalla malattia di Alzheimer può richiedere tre giorni di permesso lavorativi retribuiti. Per ottenere tale agevolazione è necessaria la verifica di alcuni requisiti, ossia che la persona affetta da Alzheimer abbia 65 anni almeno, che viva nella stessa abitazione o al corrispondente al numero civico del familiare lavoratore e che si tratti di un coniuge, un convivente, o un parente entro il terzo grado di parentela. Inoltre, la legge prevede anche la possibilità di beneficiare di un congedo retribuito di due anni a carico dell’INPS nell’arco di tutta la vita lavorativa per assistere un familiare con Alzheimer o anche un familiare anziano che presenta un handicap grave. Oltre a ciò, i familiari avranno la possibilità di scegliere la sede di lavoro più vicina alla propria abitazione ed hanno la possibilità di non essere trasferite senza il loro consenso in altre sedi lavorative. E ancora, i familiari con a carico una persona con handicap grave non possono essere assegnati a fasce orare lavorative notturne. Purtroppo, ancora troppo poco si parla dei diritti delle persone malate di Alzheimer; il nostro sistema sanitario assistenziale, come specificato sopra, garantisce alcune forme di sostegno sia alla persona anziana malata e sia ai suoi familiari. È necessario però rivendicare i diritti delle persone con la malattia di Alzheimer o portatori di disabilità o handicap ogni giorno, garantendo loro una vita più dignitosa senza sottovalutare l’importanza di alleggerire il carico assistenziale dei loro familiari.
Fonti:
● Il malato di morbo di Alzheimer: aspetti legali e burocratici (A. Costanza) 2008;
● Legge 5 febbraio 1992, n. 104: Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (GU n. 39 del 17-2-1992 – Suppl. Ordinario n. 30);
● Manuale per i familiari delle persone con demenza. Edizione aprile 2013
Articolo a cura della dott.ssa Perla Angilletta
Laureata in Psicologia dei gruppi delle comunità e delle organizzazioni
perlaangilletta@gmail.com