
La vita delle persone affette da demenza e Alzheimer è resa complicata da una serie di cambiamenti non reversibili che comprendono oltre ai domini della memoria, attenzione, orientamento spazio-temporale, logica e linguaggio anche alterazioni nella percezione e nel pensiero. Per queste persone è complesso definire attraverso le parole il proprio vissuto. Le emozioni negative quali rabbia, frustrazione e paura potrebbero manifestarsi attraverso l’aggressività.
I comportamenti aggressivi possono manifestarsi in chiunque, anche in coloro che prima dell’esordio della malattia erano considerati calmi ed equilibrati. Infatti l'aggressività è segno che la malattia sta progredendo facendo il suo corso, causando una riduzione dell’autocontrollo e dell’inibizione. I caregiver vivono con impotenza e frustrazione questi attacchi e potrebbero essere indotti a credere che gli atti aggressivi, sia verbali che fisici, siano a loro rivolti. In realtà non vi è intenzionalità, gli assistiti non hanno un bersaglio da colpire e ferire, piuttosto l’aggressività che emerge può essere meglio compresa come comportamento agito d’impulso, attivato con lo scopo difensivo di fronteggiare una situazione percepita da loro come minacciosa.
L’aggressività può manifestarsi attraverso atti fisici violenti (schiaffi, calci o pugni) oppure attraverso le parole, in questo caso parliamo di aggressività verbale (imprecazioni, minacce, insulti ecc).
Come possono agire i caregiver per arginare gli effetti di questi episodi?
Vediamo alcuni comportamenti che è possibile mettere in atto:
- quando un comportamento disfunzionale si presenta è consigliabile cercare di spostare la loro attenzione verso altre attività o pensieri;
- dinanzi all’aggressione fisica reagire solo se strettamente necessario, in alternativa evitare di immobilizzare o trattenere fisicamente, ma mettersi ad una distanza di sicurezza, pronti ad intervenire in caso di bisogno;
- non farsi prendere dall’ansia, le emozioni vengono percepite e assorbite dall’assistito, sarà pertanto importante rassicurare e calmare;
- evitare a seguito di tali episodi di sgridarli o punirli per il comportamento avuto precedentemente.
Per cercare di comprendere le cause che hanno potuto innescare un comportamento aggressivo è bene interrogarsi su quelli che possono essere i fattori che hanno contribuito a destabilizzare il familiare, ciò può aiutare a individuare tempestivamente i segni che preannunciano queste azioni e attuare comportamenti volti a rassicurare e contenere.
Accudire un parente affetto da Alzheimer o altre demenze richiede impegno e sacrificio. Non è raro per i caregiver provare sentimenti di colpa e inadeguatezza. Inoltre l’aggressività lascia un segno in chi la subisce, pertanto parlare di questi episodi con persone che vivono le stesse difficoltà può aiutare non solo a condividere i vissuti personali ma può alleviare il senso di abbandono che le famiglie di persone con demenza provano.
Per concludere, i consigli sopra citati possono aiutare ad affrontare alcuni momenti ma non è detto che essi siano sempre attuabili o efficaci e molto spesso è necessario un sostegno anche attraverso farmaci che possano inbire i comportamenti impulsivi ed aggressivi ( tossici anche per l’assistito) ed è dunque consigliabile rivolgersi sempre ad un medico specialista.
Bibliografia:
-https://www.alzheimer-schweiz.ch/it/sulla-demenza/articolo/comportamento-aggressivo-riconoscere-i-fattori-scatenanti-reagire-appropriatamente
-http://www.alzheimer.it/aggress.html
-http://www.rencureme.it/aggressivita-che-fare/#:~:text=Le%20persone%20con%20demenza%20possono,indipendenza%20e%20privacy%20sono%20minacciate.
-https://www.stateofmind.it/2020/12/demenza-aggressivita/
A cura della dott.ssa Federica Laprocina
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
flaprocina94@gmail.com