
Gli occhi di un animale hanno il potere di parlare un grande linguaggio.
(Martin Buber)
Cani, gatti, delfini e cavalli, non sono solo animali da compagnia ma di più: possono essere fonte di un percorso terapeutico, la pet therapy. Si parla molto di pet therapy, di cani in ospedale, con gli anziani e i bambini, ma cosa è veramente? Partiamo dal termine: pet ossia animali e therapy sta per terapia, dunque terapia attraverso la presenza di animali. La pet therapy è una forma di terapia non invasiva con l’obiettivo di migliorare la vita dell’essere umano. Ciò avviene perché motiva a una maggiore cura di sé e delle relazioni sociali, i quali si traducono in minore depressione, ansia, stress e solitudine, migliori relazioni e maggiore autostima, autonomia e auto controllo. In altre parole, gli animali sono degli acceleratori della vita dell’essere umano grazie al loro effetto cuscinetto verso i fattori stressanti; questo è determinato dalla tranquillità e sicurezza che trasmettono agli individui derivante anche da una semplice carezza.
Nello specifico, la pet therapy racchiude due diverse tipologie di intervento: l’animal-assisted activities AAA e animal-assisted therapy AAT. La prima, AAA, non è un verso e proprio percorso terapeutico ma sono delle attività supportate dalla presenza dell’animale con lo scopo di incrementare la qualità di vita dei soggetti, rivolta a individui in ospedale, in casa di riposo o in carcere. La seconda, AAT, è una vera e propria terapia rivolta a persone con problemi fisici e/o psichici e che rientra in un protocollo più ampio con diversi professionisti e cure in atto. In questo secondo caso, si lavora su soggetti con patologie, il cui scopo è di eliminarne lo stato di patologia o ridurne gli effetti negativi sulla salute a 360°, ovvero fisica, sociale, cognitiva ed emotiva.
La pet therapy è una tipologia di terapia che può essere utilizzata quando vi sono persone con demenza. In questo caso può essere vista come una co-terapia, ossia legata ad altre tipologie di trattamento, poiché non porta alla risoluzione del problema ma favorisce la stimolazione cognitiva, motoria, sensorialee incrementa il buonumore. Tutto ciò porta ad un incremento del benessere generale della persona. In particolare, è più facile instaurare una relazione con un animale rispetto a una persona perché si basa su gesti e azioni, scollegate dalla memoria e dal linguaggio, i quali sono compromesse dalla demenza.
Gli animali utilizzati sono selezionati e monitorati dagli operatori, ma non addestrati a fare qualcosa in particolare. Coloro che vengono selezionati hanno un temperamento specifico ed un suo modo di entrare in relazione con i soggetti in questione. L’animale ha questo effetto cuscinetto e acceleratore poiché considerato non giudicante e senza aspettative; inoltre, rievoca sensazioni ed eventi di casa, di affetto e quotidianità. Le persone, anche quelle con demenza, percepiscono minor dolore poiché sostituito e prevaricato dal pensiero rassicurante derivante dalla presenza dell’animale e maggiore energia.
Questi effetti benefici avvengono qualora vengano usate le seguenti accortezze:
· scegliere la tipologia di animale in base all’obiettivo
· rivolgersi a più esperti così da avere un team multidisciplinare, come psicologo, medico, addestratori, pedagogisti e così via
· assecondare le attitudini degli individui in modo da rendere ancora più gradevole e divertente l’incontro con l’animale
· cercare di rendere la persona con demenza responsabile e autonoma nell’incontro con l’animale così che l’individuo si debba attivare maggiormente
In conclusione, possiamo affermare che la presenza di un animale incide in maniera positiva sulla vita e sul benessere degli individui, soprattutto per coloro che attraversano un periodo difficile o che sono affette da una patologia. La pet therapy dunque, può essere considerata un modo per alleviare le sofferenze psicologiche delle persone con demenza.
Bibliografia:
https://www.aspicpsicologia.org/ricerca-scientifica/la-pet-therapy.html
https://www.stateofmind.it/2016/10/pet-therapy-efficacia/
https://www.brainer.it/pet-therapy-alleato-demenza/
Articolo a cura della dott.ssa Giulia Ferraro
Laureata in Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni
Ferraro-giulia@hotmail.com