
Immaginate di essere un tipo di persona attiva, assolutamente autosufficiente in tutto e per tutto, sportiva, piena di vita e di interessi e immaginate all'improvviso, da un giorno all’altro di trovarvi su una carrozzina o di fare i conti con una parte del corpo che non è e non sentite vostra.
Immaginate ancora, dopo aver perso una parte fisica di voi stessi di avere l’immagine o il ricordo persistente di quella parte del corpo, protratta per mesi o anni dopo la sua perdita, e sentirne il dolore, come se fosse ancora li.
Questo è il tipo di esperienza che le persone affrontano a seguito di un’amputazione di un arto e/o sviluppano la sindrome dell’arto fantasma.
L’esperienza dell’amputazione rappresenta un evento traumatico ed un cambiamento radicale nella vita della persona. La perdita di un arto dà luogo a modificazioni sia dell’aspetto fisico che a livello psicologico.
Si tratta di una condizione nella quale la persona perde un arto o parte di esso, tecnicamente definita come “una resezione di un segmento distale di un arto”.
Le reazioni psicologiche da parte del paziente amputato sono provocate da un “conflitto interno” che si viene a stabilire per l’alterata percezione del “Sé” scaturita dall’incongruenza di una immagine corporea interiore, rimasta immutata e rinforzata soprattutto dalla presenza dall’arto fantasma, ed una immagine esteriore acquisita con l’amputazione nella quale il paziente non si identifica.
Per quanto possa essere invalidante per la persona che deve affrontare questo percorso si possono trovare diverse soluzioni per rendere meno complicato il trattamento e migliorare la qualità della vita.
Un esempio può essere l’utilizzo della protesi, dove la persona amputata viene istruita con training all’uso generale della protesi, come processi e passaggi posturali che possono adattarsi anche come esercizi per il mantenimento dell’equilibrio.
Anche la cura e la pulizia della protesi occupano un ruolo fondamentale in tutto il processo di protesizzatine: il terapista ha anche il compito di istruire il paziente a pulire quotidianamente la cuffia e l’invaso per evitare possibili macerazioni cutanee.
Per quanto riguarda il paziente che sviluppa la sindrome dell’arto fantasma, molto diffusa come conseguenza all’amputazione, una terapia efficace è la Mirror therapy.
La Mirror Therapy è una modalità̀ di trattamento non invasiva del dolore da arto fantasma: è una delle meno costose, e forse una delle più̀ efficaci, tipologie di trattamento (Collins et al., 2018). Consiste nel posizionare uno specchio tra l’arto sano e quello amputato, in maniera tale che il riflesso dell’arto non amputato sia sovrapposto visivamente nella posizione dell’arto fantasma. Dopo aver osservato l’immagine riflessa nello specchio, al paziente solitamente viene richiesto di compiere dei movimenti simmetrici come, ad esempio, dirigere un’orchestra o aprire e chiudere la mano. Se il paziente invia quindi degli output motori con l’obiettivo di produrre simultaneamente e simmetricamente movimenti ad entrambi gli arti, egli avrà̀ di conseguenza un coerente input visivo e quindi sembrerà̀ che l’arto fantasma risponda ed obbedisca al comando motorio.
In conclusione, l’esperienza dell’amputazione può essere un processo molto traumatico ma attraverso l’aiuto di un’equipe formata da medici, psicologi, fisioterapisti e terapisti occupazionali, la persona potrà convivere con questa condizione con il maggior grado di autonomia possibile.
BIBLLIOGRAFIA:
https://healthy.thewom.it/terapie/amputazione-gamba-piede/
https://www.cataniamedica.it/laspetto-psicologico-del-paziente-amputato/
https://www.airas.it/curare-con-specchio-arto-fantasma/
https://www.fondazioneaifos.org/images/files/premio-tesi-
laurea/2017/05_Tesi_Michela_Gaburri.pdf
Articolo a cura di Adriana Montefusco
Laureanda in Terapia occupazionale
Adrianamont02@icloud.com