
“Penso che talvolta i veri limiti esistano in chi ci guarda.”
(Candido Cannavò, E li chiamano disabili, 2005)
Come già visto nell’articolo del lunedì, la disabilità motoria durante l’adolescenza può essere vissuta come un limite da chi ne è portatore, è quindi molto importante cercare di supportare in maniera adeguata i giovani con tale difficoltà cercando di migliorare quanto più possibile la condizione fisica e psicologica.
Ecco, quindi, alcuni spunti su cui poter lavorare:
1) Sostenere l’adolescente nel percorso di conoscenza e accettazione della disabilità: non bisogna quindivivere come se il problema non sia presente ma spiegare e portare a conoscenza della disabilità senza far vivere la situazione come un limite o con rassegnazione;
2) Bisogna rendere il soggetto consapevole delle proprie risorse, cercando di valorizzarle e innescando speranza per il futuro, sintonizzandosi con le sue capacità e non sui suoi limiti;
3) Creare e far partecipare l’adolescente alle occasioni di socializzazione in modo da favorire l’instaurarsi di rapporti solidi con i pari e per migliorare la consapevolezza di sé.
4) È importante evitare di essere iperprotettivi e sostituirsi a lui, cercando di creare l’autonomia e la giusta indipendenza nell’adolescente così da migliorare la sicurezza in sé stesso e accrescere la propria autostima.
È necessario, quindi, supportare l’adolescente nel processo di elaborazione ed accettazione della propria disabilità non negando la presenza della stessa ma facendo in modo che questa venga pian piano accettata e che possa diventare un punto di forza del giovane, tanto da essere la spinta per raggiungere i successi e affrontare le sfide future.
Bibliografia:
Scarpa S., Il corpo nella mente. Adolescenza, disabilità, sport; Calzetti Mariucci (2011)
A cura della dott.a Martina Forestieri
Laureata in Neuroscienze cognitive
Martina.forestieri@outlook.it