“ La mia arte è in realtà una confessione
Fatta spontaneamente, un tentativo di chiarire
A me stesso in che relazione sto con la vita. Fondamentale
Una specie di egoismo, ma non perdo la speranza che
Grazie ad essa riuscirò ad aiutare altri a vedere più chiaro”
Edward Munch

La crescita epidemiologica delle persone affette da demenza rappresenta un’emergenza sanitaria in quanto, ad oggi, non ci sono terapie farmacologiche in grado di curarle o quantomeno fermarne l’avanzamento. Inoltre, nella maggior parte dei casi, i caregiver non sono informati adeguatamente sul decorso delle demenze e sull’impatto che queste avranno nella loro vita. Esistono infatti alcuni interventi di neuroriabilitazione che rallentano la progressione della malattia, permettendo così al paziente di mantenersi in autonomia più a lungo ma spesso i caregiver non ne sono a conoscenza. Questi interventi prevedono innanzitutto la collaborazione di più figure professionali quali neurologi, geriatri, psicologi, con l’obiettivo di rallentare il più possibile le manifestazioni delle varie forme di demenza. Inoltre, questo team di figure esperte ha l’obbligo di informare i caregiver sul fatto che l’assistenza ad una persona malata potrebbe indebolire il loro benessere psico-fisico fino ad arrivare al caregiver burden, ossia a manifestazioni di stress che portano a un peggioramento della salute fisica, con conseguente diminuzione delle difese immunitarie, esaurimento di risorse cognitive, ansia, depressione. È importante dunque indirizzare il caregiver verso gli interventi di supporto per fornire così sollievo dal carico assistenziale; questi interventi includono la psicoterapia, la mindfulness, la terapia di supporto sociale e la psico-educazione.
Esistono ancora, per gli anziani affetti dalle demenze, interventi non farmacologici che, se associati alla terapia farmacologica, migliorano la qualità di vita. È bene precisare che questi interventi vengano individualizzati e selezionati in base alle caratteristiche dell’anziano, ossia in base alle sue preferenze, ai suoi hobby e in base al livello di compromissione della patologia o dei disturbi comportamentali. Tali interventi vengono proposti nelle RSA, nelle realtà pubbliche e nelle associazioni e si dividono in interventi basati su diversi approcci:
- Approccio cognitivo: fa riferimento alle attività di stimolazione cognitiva, coinvolgendo dunque le abilità cognitive del soggetto attraverso prove che hanno l’obiettivo di rallentare l’evoluzione della demenza attraverso esercizi di orientamento spazio-temporale, esercizi di memoria attraverso il racconto di argomenti legati al passato, di percezione, di attenzione e di logica.
- Approccio multi-strategico: fa riferimento a interventi che non agiscono specificatamente sui meccanismi cognitivi ma utilizzano risorse sia interne sia esterne al paziente; un esempio è la Reality Orientation Therapy (ROT), che si concentra su esercizi basati sull’orientamento spazio-temporale, cercando di stimolare i ricordi del paziente fornendogli riferimenti spazio-temporali; si cerca inoltre di far ripetere al paziente in che giorno, mese, anno ci si trova stimolando così la memoria autobiografica, deficitaria nelle persone con demenza.
La Terapia della reminiscenza consiste nella stimolazione di ricordi con l’intento di recuperare dalla memoria esperienze piacevoli; tale terapia tenta di creare un filo immaginario che colleghi passato e presente, integrando i ricordi passati con quelli del presente ampliando così la memoria del paziente.
La Terapia occupazionale con l’obiettivo di migliorare le attività di vita quotidiana attraverso specifici esercizi riabilitativi.
- Approccio comportamentale-sensoriale: fa riferimento a interventi che sfruttano le modalità sensoriali come mezzo per veicolare le informazioni non verbali portando benefici a livello umorale e di contenimento dei disturbi comportamentali; tali interventi includono la Musicoterapia, l’Arteterapia e la Fototerapia.
Pertanto, il caregiver dovrà sin da subito essere consapevole che gestire una persona con demenza non sarà semplice e che dovrà sin da subito affidarsi ad un team di esperti che possano costantemente fornire aiuto e sostegno nel momento in cui avviene la diagnosi di demenza al proprio familiare. Grazie agli interventi psicosociali è possibile migliorare la qualità di vita del paziente sul piano fisico, sociale ed emozionale migliorando di conseguenza anche la qualità di vita dei caregiver.
Per Approfondire:
- S. Govoni, F. Del Signore et al “Demenze: trattamento farmacologico e non farmacologico e gestione dello stress del caregiver” (2020)
- Strøm BS, Ytrehus S, Grov EK. (2016) Sensory stimulation for persons with dementia: a review of the literature. J Clin Nurs. Jul; 25 (13-14):1805-34. doi: 10.1111/jocn.13169. Epub 2016 Mar 31. Review.
Articolo a cura della dott.ssa Angilletta PerlaLaureata in Psicologia dei gruppi delle comunità e delle organizzazioniperlaangilletta@gmail.com