“Ed è quando ti accorgi che anche il sonno ti abbandona che ti senti veramente solo.”
MARCO MAINETTI

I disturbi del sonno colpiscono tra il 25 e il 66% dei pazienti con Alzheimer e provocano l’alterazione dei ritmi circadiani ovvero i ritmi fisiologici che scandiscono la giornata di un individuo. L’insonnia, che rientra tra questi disturbi, rappresenta infatti uno dei sintomi comportamentali più comuni per le persone affette dalla malattia di Alzheimer e, nella maggior parte dei casi, è considerata la singola ragione per cui un paziente con Alzheimer entri in una casa di cura, dal momento che, tale malattia, è associata ad un aumento di sintomi psichiatrici come ad esempio, eccessiva aggressività, agitazione da irritabilità diurna e dallo sviluppo di deficit cognitivi. Dunque, la qualità, oltre che la quantità del sonno si riducono precocemente nei pazienti con Alzheimer e peggiorano con il progredire della malattia. I pazienti con Alzheimer che soffrono d’insonnia hanno difficoltà a rispettare gli orari della giornata e accade spesso che, durante la notte, si alzano dal letto e iniziano a girovagare per casa senza meta e in uno stato confusionale procurando in chi li assiste preoccupazione e stress oltre che stanchezza. Dunque, i disturbi del sonno nei pazienti Alzheimer compromettono la salute e il benessere psicofisico non solo per chi ne soffre ma anche per chi si prende cura di loro.
Nonostante sia difficile trattare definitivamente l’insonnia nei pazienti Alzheimer, ci sono alcuni accorgimenti per prevenirla o affrontarla:
- È importante innanzitutto indagare la causa dell’insonnia; talvolta la causa potrebbe riguardare la condizione termica della camera da letto, l’eccessiva o l’assenza di luce, la comodità del materasso. È necessario dunque creare delle condizioni adeguate a far sì che il malato si scoraggi ad alzarsi durante notte, come ad esempio rendere la stanza completamente buia durante la notte.
- L’insonnia può dipendere anche dall’eccessivo utilizzo di calmanti durante il giorno provocando difficoltà ad addormentarsi durante la notte. In questo caso è importante consultare il medico affinché suggerisca una terapia adeguata al paziente.
- Si consiglia di ridurre i sonnellini durante le ore diurne; un suggerimento è quello di proporre al malato di demenza alcune attività per stimolarlo e renderlo impegnato come ad esempio, proporgli una passeggiata all’aria aperta (importante per combattere anche la depressione), oppure rivolgersi alle associazioni che propongono le attività di stimolazione sociale e cognitiva, impedendogli così di dormire durante il giorno.
- È importante inoltre avere degli orari precisi per il consumo del pranzo e della cena e per il riposo notturno. È consigliabile inoltre andare a letto e svegliarsi all’incirca sempre alla stessa ora.
- Infine, potrebbe verificarsi che durante le ore notturne la persona si alzi dal letto sentendosi confusa e disorientata; in questo caso è importante rassicurarla e convincerla a tornare a letto. Evitare caffeina e alcool, ma suggerire piuttosto una bevanda calda come una tisana o un tè alle erbe che possono aiutare a calmare la persona e conciliare il sonno.
Questi sono solo alcuni consigli da tenere in considerazione per cercare di affrontare l’insonnia nei pazienti con Alzheimer. Purtroppo, al giorno d’oggi, la malattia di Alzheimer non ha una cura, è importate però ridurre al minino le conseguenze che tale malattia comporta. Pertanto, aiutare queste persone ad avere una quantità sufficiente di sonno è un passo importante verso il miglioramento della qualità non solo della loro vita ma anche dei loro familiari.
Fonti:
- Federazione Alzheimer Italia “Insonnia”
- Cipriani G, Lucetti C, Danti S, Nuti A. Sleep disturbances and dementia. Psychogeriatrics. 2015;15:65-74.
Articolo a cura della dott.ssa Perla Angilletta
Laureata in Psicologia dei gruppi delle comunità e delle organizzazioni
perlaangilletta@gmail.com