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“Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi,
non pensare subito all'Alzheimer;
inizia invece a preoccuparti se non riesci
a ricordare a cosa servono le chiavi.”
Rita Levi-Montalcini

Nel momento in cui viene comunicata una diagnosi di demenza, non è solo il paziente affetto, ad essere interessato ma l’intera famiglia dato che, soprattutto nelle fasi avanzate, la gestione di esso potrebbe impegnare l’intera giornata in modo totalitario.
Spesso, nelle famiglie a cui viene comunicata una diagnosi di demenza, viene designato il cosiddetto “caregiver” di riferimento ossia il familiare che ha attenzione nei confronti della persona malata, anche se in realtà, ad occuparsi di esso non dovrebbe essere sempre la stessa persona in quanto è opportuno, per il caregiver, concedersi degli spazi utili per conoscere nuove persone e non abbandonare gli hobby.
Indubbiamente, questa nuova realtà che i familiari si trovano ad affrontare comporta dei cambiamenti negli usuali stili di vita. Proprio per questo, è utile che tutta la famiglia distribuisca l’intero carico su ogni componente che ne fa parte poiché l’impegno rivolto a tali persone è di 24 ore su 24, spesso per periodi a lungo termine. La routine non sarà più la stessa: dedicarsi alla sorveglianza e alla cura della persona malata sarà difficile da conciliare se associati ad impegni familiari e lavorativi.
Ecco alcuni consigli per gestire meglio la situazione:
- Far si che non sia solo una singola persona ad aver cura del malato ma che ci sia la collaborazione dell’intera famiglia;
- Accettare ogni aiuto che viene offerto per non portare sulle spalle tutto il carico assistenziale;- Il caregiver deve continuare a mantenere i suoi rapporti extra-famigliari e non annullare la propria vita sociale;
- Fare tutto il necessario affinché il caregiver si ritagli del tempo per sé stesso per evitare la frustrazione che potrebbe risultare nociva per il malato stesso;
- Un eccessivo carico di responsabilità su una singola persona potrebbe far emergere nuovi disturbi nel malato: difatti un caregiver troppo stressato potrebbe influenzare negativamente il processo di cura.
Dunque, farsi carico di un familiare con demenza è una grande responsabilità: per alcuni può risultare un qualcosa di scontato, mentre per altri familiari potrebbe essere una fonte di conflitto dal momento che la situazione di per sé complessa potrebbe interferire con le abitudini quotidiane. Proprio quest’ultimi potrebbero non fornire l’aiuto necessario al caregiver di rifermento, lasciandolo con un fardello da portare avanti da solo. Cosa si fa in questo caso? Chi si occupa di questo familiare?
Le soluzioni potrebbero essere tante:
- Conoscere la malattia e sapere come si evolve, attraverso webinar o seminari, in modo tale da potersi organizzare nel momento in cui vengono fuori diverse problematiche.
- Avere una persona di riferimento che possa fornire sostegno e consigli e, quando serve, anche aiuto pratico ad esempio nel momento in cui l’anziano deve andare in bagno.
- Il servizio di consulenza psicologica non solo rivolto all’assistito ma soprattutto al caregiver in modo tale da rendere più tollerabile il carico psicologico ed emotivo che si trova a vivere.
Fonti:
-https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:xHksg-tZo8UJ:https://www.alzheimerschweiz.ch/fileadmin/dam/Alzheimer_Schweiz/Dokumente/Publikationen-Produkte/107I_2017_consigli-utili-per-i-familiari.pdf+&cd=13&hl=it&ct=clnk&gl=it
- http://www.alzheimer.it/boll99.htm
Articolo a cura della Dott.ssa Chiara Iarussi,
laureata in psicologia clinica e della salute.
chiarussi21@gmail.com