“Nulla è nella mente che prima non sia stato nei sensi.”
San Tommaso D’Aquino
Gli studi sulla deprivazione sensoriale, condotti tra gli anni ’50 e ’60, forniscono una vasta panoramica degli effetti dannosi di un ambiente sensoriale non stimolante anche solo per un breve periodo di tempo, sulle menti di giovani adulti sani. È di facile intuizione, quindi, come nel caso delle demenze la presenza di difficoltà intellettive e comunicative che portano spesso a una condizione di isolamento e distacco dalla realtà, renda necessario un percorso terapeutico volto ad ampliare il contatto con essa. È questo il caso della stimolazione sensoriale, di cui il trattamento Snoezelen è un esempio.
Il trattamento Snoezelen nasce in Olanda nel 1970 grazie al lavoro di Ad Verheul e Jan Hulsegge, come intervento terapeutico volto al miglioramento della qualità di vita della persona. Deriva da due verbi olandesi “snuffelen” (cercare ed esplorare) e “doezelen” (rilassarsi) ed indica un trattamento di stimolazione e integrazione multisensoriale attraverso la stimolazione della vista, del tatto, gusto, udito, olfatto, definito multisensoriale poiché coinvolge più sensi nello stesso momento, data l’impossibilità, spesso, di separarli, come nel caso del gusto e dell’olfatto che cooperano insieme. Si basa su un assunto fondamentale: ogni individuo necessita di essere coinvolto in attività piacevoli e di soddisfare il suo bisogno d’interazione. Il trattamento si svolge dentro quella che viene definita Snoezelen room: il paziente si reca all’interno della stanza e l’operatore sceglie gli stimoli ai quali sottoporlo attraverso l’utilizzo di vari strumenti, che andranno a stimolare il paziente in maniera efficace, e quindi tenendo conto della sua personalità. Sono presenti luci a LED, colonne d’acqua, impianti per la riproduzione di suoni o vibrazioni, proiettori, diffusori d’essenze, arredi e protezioni morbide. Nello specifico, l’intervento può consistere in una manipolazione tattile degli stimoli multisensoriali (materiali UV, fibre ottiche, tubo a bolle, ecc.), una stimolazione visiva (proiezioni ad olio, lampade UV, proiezioni naturalistiche realizzate secondo un metodo in grado di agire sulla percezione cerebrale e indurre alla contemplazione), una multisensoriale integrata (musica, stimolazione tattile e movimento a dondolo) ed esercizi di rilassamento guidato.
Nel caso delle demenze, questo tipo di stimolazione risulta essere utile ed efficace. Chiedendoci quale sia il motivo che coniuga le demenze al trattamento Snoezelen, troviamo risposta nel tipo di abilità che il paziente deve possedere per essere coinvolto nella stimolazione: si richiede esclusivamente l’utilizzo di abilità senso-motorie, senza l’esigenza di particolari abilità cognitive.
Purtroppo, le persone che soffrono di demenza non ricevono sufficiente stimolazione durante il corso della giornata, molti non sono in grado di muoversi in autonomia e trascorrono immobili la maggior parte del tempo. Questo, insieme a molti altri fattori, diminuisce il loro livello di tolleranza allo stress, limitando la loro capacità di fronteggiare le esigenze dell’ambiente circostante. La conseguenza è da ricercarsi all’interno della manifestazione di comportamenti disadattivi come risposta a condizioni di deprivazione sensoriale o sovraccarico ambientale. L’ambiente Snoezelen, non richiedendo, come affermato in precedenza, un importante coinvolgimento delle abilità intellettive, limita nelle persone affette da demenza sentimenti di fallimento o di inadeguatezza, anzi, le incoraggia ad impegnarsi in un ambiente positivo e non stressante. L’obiettivo quindi sarà quello di promuovere comportamenti positivi e ridurre quelli disfunzionali, generando un senso di benessere e rilassamento generale. Se pensiamo ad esempio alle persone che soffrono di Alzheimer, notiamo come abbiano estreme difficoltà nel controllare l’ambiente circostante, che sia la loro abitazione privata o una residenza sanitaria assistenziale, sono quindi costretti ad un sovraccarico di stimoli visivi, rumori, che li travolgono e impediscono loro di agire, lasciandoli in balìa di un vortice di paura, spaesamento, confusione. All’interno della Snoezelen room invece, gli ospiti possono sentirsi al sicuro, favorendo la percezione di benessere durante la permanenza, dovuta anche ad un incremento del senso di familiarità con l’ambiente.
È evidente quindi, come tale tipo di intervento, migliori la qualità di vita della persona, la quale si sente sicura e rilassata all’interno di un ambiente calmo e familiare. Molti sono i risultati positivi che si sono registrati, in particolar modo nella modulazione di comportamenti finalizzati al benessere soggettivo. Per tali motivi definiamo l’ambiente Snoezelen come un metodo innovativo, che si caratterizza per un miglioramento a breve termine dei sintomi comportamentali e psicologici, con effetti immediati di cui il paziente potrà beneficiare dopo ogni seduta.
Fonti:
https://www.villaflegrea.com/ambienti-multisensoriali
https://www.stateofmind.it/2016/04/trattamento-snoezelen-demenza/
https://www.nonautosufficienza.it/sperimentazione-percorsi-multisensoriali-stanza-snoezelen-fibre-ottiche-tubi-a-bolle-speciale-poltrona/
A cura della Dott.ssa Bovalino Valeria
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
bovalinovaleria@gmail.com