
“Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.”
ANTOINE DE SAINT-EXUPERY
È cosi che a volte i nostri cari si comportano: come se per loro fosse tutto chiaro, ciò che per noi non lo è. Per noi è un’allucinazione, per loro quel cappello è un boa.
È difficile accettare una malattia, specie se neurodegenerativa: fa paura perché si sa che non si può tornare indietro. L’accettazione è dura sia per chi è affetto dalla demenza neurodegenerativa, sia per chi se ne prende cura (caregiver). Tutto ciò diventa ancora più spaventoso quando ai tipici sintomi della demenza si aggiungono dei sintomi psichiatrici come le fissazioni, le allucinazioni, gli stati maniacali o depressivi, le idee paranoiche, la disinibizione, l’aggressività, l'irrequietezza e il disturbo del sonno e dell'appetito. Questo fa paura perché ad oggi le demenze sono conosciute soprattutto per le difficoltà cognitive (smemoratezza, difficoltà di linguaggio e problemi nel pianificare e organizzare le attività quotidiane). Eppure, i sintomi psichiatrici associati alle demenze, non sono poi così rari. Tuttavia,alcuni studi hanno rilevato nel 90% della malattia di Alzheimer una frequenza variabile di apatia e irrequietezza e di idee paranoiche e disinibizione con minor incidenza. Nelle prime fasi della malattia di Alzheimer si rilevano prevalentemente sintomi associati alla depressione; nelle fasi più avanzate emergono disturbi di personalità. Alcuni di questi sintomi sono anche presenti in altre forme di demenza: le allucinazioni visive sono tipiche della demenza a corpi di Lewy; le alterazioni della personalità, quindi i cambiamenti relativi a questa, si contraddistinguono nella demenza fronto-temporale. Le illusioni sensoriali, come le allucinazioni, e il disturbo del pensiero, sembrano essere tra i sintomi più evidenti, maggiormente osservati dai caregiver, in quanto ledono il naturale andamento della quotidianità e l’equilibrio nel rapporto diadico malato-caregiver. Ad esempio, non è insolito che una persona affetta da demenza moderata veda un oggetto fuoriuscire da un altro oggetto (allucinazione) o metta in atto un'azione, per abitudine, per sentirsi più tranquilla (fissazione). Spesso le fissazioni sono accompagnate da allucinazioni. In tali occasioni, non bisogna sorprendersi se il proprio caro affetto da demenza afferma di essere perseguitato o di essere derubato da coloro che lo circondano. Ma perché accade tutto ciò? Perché quella persona che tanto amiamo ci sembra di non riconoscerla più? Perché fa o dice cose bizzarre? Perché ci accusa? È bene sapere che le persone affette da demenza, perdono delle connessioni neurali e nel tentativo di riadattare la propria realtà negativa in un nuovo contesto affinché risulti per loro logico, producono delle vere e proprie “fantasie”.
Ahimè, molti caregiver non conosco la connessione tra sintomi psichiatrici e demenza, per cui non richiedono un consulto dal medico. Sarebbe opportuno in questi casi richiedere una consulenza medica specializzata e valutare la terapia più adatta. Ad oggi esistono terapie che attenuano i sintomi psichiatrici della demenza. Molti esperti sostengono che tali sintomi debbano essere trattati attraverso interventi non farmacologici per due ragioni:
- le terapie farmacologiche (antidementigeni, neurolettici atipici o antidepressivi) comportano effetti collaterali, come la sonnolenza, e aumentano il rischio di ricadute.
- le terapie non farmacologiche come la psicoterapia (nelle forme lievi di demenza) e i gruppi, sono più efficaci poiché mitigano i sintomi (umore), permettono di elaborare i fattori scatenati, aiutano a preservare le competenze quotidiane e a rafforzano la l’autostima.
Ciò non significa che il trattamento con il farmaco non sia da prendere in considerazione se necessario.
È importante non trascurare l’ambiente in cui si trova il paziente con demenza. Per tale ragione, si suggerisce ai caregiver e alle strutture che accolgono le persone con demenza di:
- dotare l’ambiente di una buona illuminazione (per evitare ombre);
- eliminare tende dalle finestre e superfici riflettenti (per es. lo specchio);
- assicurarsi che sia tutto pulito;
- lasciare i mobili nella stessa posizione, affinché la persona affetta da demenza memorizzi lo spazio in cui vive;
- equipaggiare l’anziano di un supporto oculistico.
Tali accuratezze potrebbero ridurre l’insorgenza di allucinazioni e mitigare le fissazioni.
Al presentarsi di fissazioni è consigliabile armarsi di molta pazienza e utilizzare con la persona affetta da demenza un tono pacato, un eloquio lento e semplice (frasi brevi, semplici, dirette e prive di metafore) e modulare la comunicazione anche con i gesti.
Fonti
https://www.alzheimer-schweiz.ch/it/sulla-demenza/articolo/fissazioni-e-allucinazioni-linganno-dei-sensi#:~:text=Spesso%20le%20persone%20affette%20da,o%20dalla%20tappezzeria%20per%20esempio.
https://www.ausililife.it/blog/fissazioni-negli-anziani-gestiamole-correttamente-b196.html
https://spezzalindifferenza.it/alzheimer-e-allucinazioni-cosa-fare/
Articolo a cura della dott.ssa Vanessa Silvestri
Laureata in psicologia Clinica e della Salute
vanessa.silvestri.vs@gmail.com