
“[…] Come silfide leggera mi beo di esser piuma,
di potermi sollevare per poi finalmente volare.
Lo specchio amico riflette curve perfette e non bianche ossa appuntite.
È la sua immagine che vedo riflessa, nella realtà pallida e scarna
mi sorride […]”
Carla Composto
Nostro malgrado, molti di noi conoscono i sintomi e le conseguenze comportamentali e fisiche dell’anoressia:
- intenso timore di ingrassare che genera un attento calcolo delle calorie ingerite e restrizione alimentare;
- continua attività fisica: movimenti di mani e piedi, passi e corse in ogni momento della giornata;
- rituali durante i pasti come, ad esempio, dividere il cibo in piccolissime porzioni.
Sul piano fisico, l’evidenza più lampante è il calo del peso corporeo che continua a scendere al di sotto dei limiti inferiori. La malnutrizione genera complicanze mediche che si ripercuotono sull’intero organismo: disturbi cardiovascolari, ipotermia, amenorrea, incontinenza urinaria, insufficienza renale, osteoporosi.
In questo quadro clinico la perdita di peso è un traguardo vissuto come fonte di soddisfazione.
Tuttavia, quelle fisiche e comportamentali sono solo alcune delle possibili conseguenze generabili dall’anoressia. I circuiti che subiscono gli effetti della cattiva nutrizione sono anche quelli cognitivi e psicologici: molto spesso si assiste a deficit di attenzione, di memoria, di problem solving. Come in un circolo vizioso, la perdita di peso e le carenze nutrizionali compromettono la capacità di giudizio critico, amplificando le emozioni negative, l’iperattività, l’irritabilità e i disturbi del sonno. In altre parole, la carenza di cibo impedisce ai circuiti cognitivi di lavorare correttamente, alimentando il rifiuto di alimentarsi e la perdita di peso.
Com’è naturale, il controllo sul cibo si riflette nell’evitamento delle situazioni sociali e le difficoltà di concentrazione si riflettono sul piano lavorativo o scolastico, alimentando la valutazione negativa di sé. Tutto questo confluisce in sensazioni di inutilità, vergogna e colpa che spesso si inseriscono in quadri ansiosi e depressivi.
Le dinamiche psicologiche implicate nella patologia sono molteplici e complesse, per questo, sin dai primi segnali, è necessario, seppur con delicatezza, affrontare l’argomento con chi sospettiamo ne soffra: spesso la persona potrebbe ancora non essere consapevole del problema.
Un intervento precoce permette di agire su più fronti: quello psicologico, psichiatrico e nutrizionale attraverso strategie che approfondiremo nel prossimo articolo.
Bibliografia:
https://www.ospedalemarialuigia.it/disturbi-comportamento-alimentare/anoressia-cura-psicoterapia/
https://www.ospedalemarialuigia.it/disturbi-comportamento-alimentare/anoressia-nervosa/#:~:text=Il%20protrarsi%20di%20una%20condizione,memoria%20e%20nel%20problem%20solving
Articolo a cura della Dott.a Sabrina Di Pumpo
Laureata in Psicologia Clinica e Della Salute
sabrina.dipumpo@libero.it