Invecchiando si è più felici? L’avanzare dell’età porta la persona ad investire tutte le proprie risorse al fine di raggiungere emozioni positive. Ciò che la caratterizza è la consapevolezza di avere a disposizione un tempo limitato ed una “valigia” piena di esperienze personali.
Quando parliamo del legame emozione-colore nell’anziano, si ha l’obiettivo di stimolare il contatto emotivo collegando ogni emozione ad un colore in base ad un’esperienza personale.
Abbiamo provato ad indagare questo legame nei laboratori di stimolazione cognitiva che si svolgono durante il “Progetto Alzheimer” con la signora A.

È stato quindi chiesto alla signora di scegliere un colore per ognuna delle emozioni primarie quali gioia, sorpresa, paura, tristezza, rabbia e disgusto e di motivare la scelta.
Per l’emozione della GIOIA ha scelto il colore rosa e ha motivato la sua scelta descrivendolo come un colore “più allegro e luminoso”. La seconda emozione che le è stata presentata è quella della SORPRESA che colora con il verde poiché secondo la signora è“un colore che risalta”. A seguire all’emozione della PAURA afferma che non le fa pensare a qualcosa di bello e per tale motivo la signora la collega al marrone, colore che non le piace. Ciò che ci ha colpito maggiormente è stata la reazione di A. dinanzi all’emozione della TRISTEZZA, orientandosi verso il rosso sostenendo di voler rallegrare un’emozione negativa. Dopodiché appena le è stata presentata l’emozione della RABBIA la sua affermazione iniziale è stata: “quando ti arrabbi diventi nera”. Per tale motivo prende il colore nero per colorarla. Infine, l’ultima emozione che le è stata presentata è quella del DISGUSTO. Rispetto a quest’ultima emozione ha fatto molta difficoltà nel cercare un colore associato, per questo la sua scelta è ricaduta sul colore arancione, un colore per lei in un certo senso “neutro”.
In questo lavoro la signora A. si è sentita molto coinvolta emotivamente, ha avuto la possibilità di esprimersi a pieno. Infatti possiamo vedere come l’emozione (vedi foto) rimanda direttamente ad un suo vissuto personale, mentre il colore da lei cercava di donare un significato percettivo all’esperienza personale, un tentativo di mentalizzazione. La signora A., nonostante un livello medio della malattia, mantiene buone capacità di astrazione e di associazione del piano emotivo con il piano esperienziale.
Entrare in contatto con le proprie emozioni arricchisce se stessi, soprattutto in persone della terza età, dove la consapevolezza emotiva si può modificare attraverso un lavoro finalizzato allo sperimentare le diverse emozioni in diverse intensità e nella possibilità di condividerle insieme ad altri. Questo è possibile all’interno di un clima “caldo e familiare”, in un ambiente accogliente dove la libertà di esprimersi non viene ostacolata ma accolta e “guidata”: a Chieti Scalo “La Cura Del Tempo è a disposizione delle persone della terza età: condivisione e affetto sono parole chiave.
Articolo a cura della dott.ssa Maria Michela Ciciola
Laureata in psicologia clinica e della salute
e della Dott.ssa Gelsomina Ferrari
laureata in psicologia cognitiva