
La demenza è una sindrome clinica che prevede la perdita di funzioni primarie come quelle cognitive ma non solo: ad essere compromesse sono anche le funzioni sociali, che vanno ad interferire con le attività relazionali e lavorative che ogni giorno si vanno a compiere.
Tra i sintomi cognitivi più comuni ritroviamo sicuramente un importante decadimento della memoria, oltre che dell’attenzione, dell’orientamento e dell’affettività, fino – nei casi più gravi – anche delle funzioni vegetative. Tuttavia, essere diretti nella comunicazione della diagnosi al paziente e ai suoi familiari potrebbe dimostrarsi confusionario e distruttivo. Nella diagnosi di demenza, infatti, risiede solo l’idea di decadimento cronico e progressivo, cioè che sia una malattia che può solo peggiorare, che provoca sofferenze, costringe a dipendere dagli altri e porta alla morte, ma tutto ciò può essere rallentato dai giusti professionisti. Per questo motivo, è importante che da parte del medico o del familiare che comunica la diagnosi al proprio caro, ci sia onestà, ma soprattutto empatia. È utile informare nei dettagli il paziente, tenendo conto però dei suoi timori e delle sue aspettative, chiedendogli di esprimere ogni suo pensiero, in modo da spiegare determinate informazioni che rimangono ostiche da accettare e confortarsi.
La medicina, a questo proposito, può dare una prospettiva di vita migliore al paziente, sia per lui che per il caregiver. Per aumentare queste probabilità è però necessaria la collaborazione innanzitutto da parte dei caregiver che se attenti, accorgendosi anche di qualche lieve sintomo, possono dare inizio a controlli specifici che permetterebbero di cominciare una terapia in grado di ritardare la progressione della sindrome e di preservare il più possibile le capacità cognitive. Da qui, l’importanza della diagnosi precoce, che permetta una prognosi decisamente migliore rispetto ad una diagnosi fatta più in là nel tempo.
Bisogna sempre tenere a mente che non è facile accettare una diagnosi di demenza sia per il paziente che per i familiari. È importante però ricordare di essere positivi poiché è vero che i risvolti di questa sindrome portano non poche difficoltà, ma è anche vero che pazienti e familiari non sono soli. La demenza deve essere vista come un’altra importante sfida che la vita ci mette d’avanti e noi esseri umani siamo caratterizzati proprio per la nostra capacità di saperci adattare alle nuove situazioni, buone o cattive che siano, e la demenza è proprio una di quelle.
Fonti:
- https://www.sigg.it/assets/congressi/53-congresso-nazionale-sigg/slide/Bianchi-28.pdf
Articolo a cura della Dott.ssa Ottavia Fasciano
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
ottaviafasciano@gmail.com