Il dolore mentale è meno drammatico del dolore fisico,
ma è più comune e anche più difficile da sopportare.
Il tentativo di nascondere i frequenti dolori mentali ne aumenta il peso:
è più facile dire “Il mio dente fa male”
che dire “Il mio cuore è spezzato.”
(CS Lewis)

Il deficit o deterioramento cognitivo è una situazione clinica che tende a verificarsi soprattutto in età avanzata e presenta il declino di uno o più funzioni cognitive, quali la memoria, l’attenzione, il linguaggio,l’orientamento spazio-temporale o l’apprendimento di nuove informazioni.
Quando il deterioramento cognitivo è lieve, comporta sintomi quali difficoltà nel ricordare e/o nel pianificare attività, spaesamento, difficoltà di concentrazione o la comparsa di disturbi del sonno; questi sintomi incidono sulle abitudini quotidiane anche se, tuttavia, non sono compromesse a livello tale da provocare un effetto negativo sull’autonomia dell’individuo.
Ciò nonostante, non è raro che questi lievi sintomi si evolvano in deterioramenti più gravi aumentando la possibilità nel breve periodo – se non trattati precocemente – di svilupparsi in demenze gravi come quella di Alzheimer.
Molto spesso, al momento della diagnosi, il paziente non è consapevole del deficit che si sta sviluppando ed è molto frequente che la prima risposta a tale condizione sia un umore di tipo depresso che potrebbe evolversi anche in depressione maggiore. Molti sintomi della depressione coincidono con quelli osservati nelle demenze, quindi a volte, fare una diagnosi di depressione nell’anziano non è facile.
Molto comuni – tra i sintomi in comune alle due condizioni cliniche – sono: il rallentamento motorio, perdita di peso, incapacità nel descrivere gli stati emotivi propri, episodi di pianto, tendenza all’isolamento dal resto delle persone e perdita degli interessi che si coltivavano prima della diagnosi di demenza.
Dunque, come ci si dovrebbe comportare in compagnia di anziani con una condizione clinica simile?
1. Cerca un professionista che possa aiutarti! Molto importante, in questo percorso, è l’aiuto di professionisti competenti e specializzati soprattutto nella terza età. È utile quindi non fermarsi al solo medico di base, ma inserire anche la figura di uno psicologo è auspicabile al fine di raggiungere migliori risultati;
2. Ogni persona è diversa e ha desideri differenti, rispettali sempre! Molti anziani preferiscono non cambiare radicalmente il proprio stile di vita o non vogliono praticare attività che altri loro coetanei potrebbero trovare piacevoli;
3. Prendere coscienza dei limiti dell’altro! Evitare di spingere l’anziano in attività che potrebbero essere potenziali fonti di stress;
4. Essere pazienti! È molto frequente che persone anziane con condizioni cliniche come demenza e depressione abbiano un’autostima molto bassa. Evitare dunque di iper-stimolarli, poiché una non riuscita del compito potrebbe portar loro l’idea di non essere capaci, nonché un ulteriore declino della loro condizione.
Infine, uno dei consigli più importanti è: essere di sostegno. Il deterioramento cognitivo e la depressione non sono condizioni facili da superare per l’anziano, ma con il supporto di un professionista e di familiari che se ne prendono cura, il percorso può sembrare meno difficoltoso.
Fonti:
- Gala, C., Peirone, A., Bellodi, S., Pasquale, L., & Redaelli, C. (2008). Depressione e deterioramento cognitivo nell’anziano. G GERONtOL, 56(1), 25-33.
- https://www.progetto-assistenza.it/la-depressione-negli-anziani-come-intervenire-al-meglio/
Articolo a cura della Dott.ssa Ottavia Fasciano
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
ottaviafasciano@gmail.com