“Non piangete, è l'ora della gioia.”
PAPA GIOVANNI XXIII

Il quadro clinico più frequente nelle neo-mamme è la Maternity Blues, ossia la tristezza post-partum: una condizione del tutto normale in quanto nelle prime settimane dopo il parto sembrano essere frequenti nelle donne sbalzi d’umore e crisi di pianto. Il sintomo centrale è, appunto, la facilità al pianto seguita da un umore depresso, ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione fino ad arrivare al sintomo più grave, ossia, uno stato confusionale.
Tale sintomatologia tende a verificarsi intorno al quarto giorno successivo al parto e dura circa una settimana; essa sembra essere innescata da preoccupazioni riguardo la salute del bambino.
La madre potrebbe sentirsi impotente nei confronti del figlio, specie quando il bambino si rifiuta di mangiare o di dormire.
In altri casi, invece, la madre cerca di nascondere le sue preoccupazioni camuffando così il suo stato d’animo.
L’origine di questo tipo di depressione potrebbe essere organica in quanto potrebbe essere legata acambiamenti ormonali che avvengono dopo il parto oppure psicologica, correlata alla difficoltà della donna nell’accettare la sua nuova condizione di madre.
Un fattore di rischio predominante per lo sviluppo della Maternity Blues corrisponde a una vulnerabilità dell’insorgenza di disturbi psichiatrici, quali la depressione.
Oltre a questo, importanti sono anche i rapidi cambiamenti ormonali, lo stress correlato al travaglio e al parto e l’aumento delle responsabilità che potrebbero comportare timore e ansia.
Per una madre che soffre di maternity blues, ciò che risulta utile è il sostegno da parte di una terza persona a lei cara come il marito o la madre, al fine di fornire la possibilità di sfogo ai propri terrori e sentimenti, permettendo, così, alla madre di comprendere meglio le proprie emozioni, anchegrazie al confronto e alla condivisione dei propri vissuti.
La maternity blues si potrebbe risolvere, quindi, in maniera spontanea senza interventi farmacologici o psicoterapici; proprio per questo nella fase successiva al parto sembrerebbe essere utile:
● Riposare il più possibile;
● Ridurre gli stress;
● Cercare di adattarsi alla nuova funzione che si sta ricoprendo, ma senza avere troppa fretta.
Per approfondimenti:
- Benvenuti P. (2007): Psicopatologia nell’arco di vita. Firenze, Seid Editori.
- https://www.uppa.it/nascere/parto/depressione-post-partum-maternity-blues/
- https://www.stateofmind.it/2016/04/maternity-blues-depressione-post-partum/
Articolo a cura della dottoressa Iarussi Chiara,
laureata in Psicologia Clinica e della Salute
chiarussi21@gmail.com