
L’occhio della nostra mente si muove in una perenne danza fra l’attenzione catturata dagli stimoli esterni e la concentrazione diretta volontariamente su qualcosa.
(Daniel Goleman)
In Italia, nell’ultimo decennio si è sviluppato un fenomeno molto stimolante per la cura delle patologie neuropsichiatriche e per le demenze che riguarda la realizzazione e utilizzo degli ambienti multisensoriali. Tali ambienti sono dotati di illuminazione a fibre ottiche, proiezioni a parete, oggetti tattili, diffusori di aromi, impianto audio e vengono utilizzati in terapia per favorire un miglioramento dei tipici sintomi comportamentali nelle persone con demenze. Infatti, diversi studi in letteratura confermano gli effetti positivi sull’uso della stimolazione multisensoriale come strumento terapeutico, in quanto permette di gestire i disturbi comportamentali, favorire il rilassamento e le relazioni interpersonali attraverso la sperimentazione di stimoli visivi, uditivi, olfattori e tattili. Ad oggi, gli ambienti sensoriali più conosciuti prendono il nome di ambienti Snoezelen. Tale termine fa riferimento a due verbi olandesi snuffelen – esplorare - edoezelen– rilassare - per descrivere l’approccio di stimolazione multisensoriale in cui “l’utilizzo di uno stimolo multisensoriale controllabile è in grado di determinare benessere”. Ad oggi, i dati epidemiologici per le persone affette da demenza sono in costante aumento: il morbo di Alzheimer, ad esempio, rappresenta l’ottava causa di morte della popolazione in generale e la terza causa di morte nella popolazione ultrasettantenne. Si son raggiunti grandi progressi per quanto riguarda le terapie farmacologiche anche se i risultati sorprendenti sono stati raggiunti attraverso la stimolazione cognitiva – che mira al rallentamento del declino cognitivo in soggetti con demenza rinforzando le funzioni rimaste intatte mediante l’apprendimento di specifiche strategie cognitive. La stimolazione sensoriale sembra essere un’ottima modalità d’intervento per le persone con demenza ed ha varie risonanze, sia a livello comportamentale che sulle modalità d’interazione, soprattutto in ambienti che richiedono un gravoso carico assistenziale. È stato infatti dimostrato che tale terapia può avere un effetto positivo sull’umore di pazienti con demenza (Baker et al., 1998,) facilita la comunicazione e l’interazione con persone che hanno evidenti difficoltà linguistico-espressive (Spaull 1998).
Oltre agli ambienti Snoezelen, anche la musicoterapia o l’aromaterapia rientra nella terapia multisensoriale che permettono di facilitare dei ricordi che possono istantaneamente calmare le persone con demenza. Oltre agli ambienti Snoezelen, anche la musicoterapia o l’aromaterapia rientra nella terapia multisensoriale che permettono di facilitare dei ricordi che possono istantaneamente calmare le persone con demenza.
Fonti:
- Baker R., Bell S., Assey J. et al. (1998) “A randomised controlled trial of the snoezelen multi-sensory environment for patients with dementia” Bounemouth, Dorset HealthCare NHS Trust.
- Spaull, D., Leach, C., & Frampton, I. (1998). An evaluation of the effects of sensory stimulation with people who have dementia. Behavioural and Cognitive Psychotherapy, 26(1), 77-86.
Articolo a cura della dottoressa Angilletta Perla
Laureata in Psicologia dei gruppi, delle comunità e delle organizzazioni
perlaangilletta@gmail.com