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La stimolazione cognitiva: alcuni esempi di esercizi di stimolazione cognitiva
Psicologia,

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Dott.a Angela Grisolia

2023-07-28 13:46

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Riabilitazione ed interventi psicosociali nelle demenze -Terapia di Stimolazione Cognitiva
Psicologia,

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Dott.a Angela Grisolia

2023-07-24 13:36

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Il Triangling nella teoria di Bowen – Cos’è e i rischi associati
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Dott.a Chiara Binni

2023-07-20 13:17

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La Teoria dei Sistemi Familiari di Bowen – L’individuo come parte della famiglia
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Dott.a Chiara Binni

2023-07-18 11:10

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Gruppi Di Automutuo-Aiuto (Ama) – Regole comportamentali
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Dott.a Chiara Ascenzo

2023-07-13 10:47

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Gruppi Di Automutuo-Aiuto (Ama) – Come si costituisce un gruppo AMA?
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Dott.a Chiara Ascenzo

2023-07-13 10:41

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NEET- 3 consigli per sostenere e migliorare la condizione generazionale
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Dott.a Martina Forestieri

2023-07-06 11:52

Articolo a cura della Dott.aMartina ForestieriLaureata in Neuroscienze Cognitive

NEET - Una generazione di disoccupati
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Dott.a Martina Forestieri

2023-07-06 11:05

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Pet therapy – Il mio migliore amico
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Alessia Spinozzi

2023-06-28 19:40

Articolo a cura di Alessia SpinozziLaureanda in Scienze e Tecniche Psicologiche.

Pet Therapy – Un animale come cura
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Alessia Spinozzi

2023-06-28 19:31

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Binge Eating Disorder – Consigli per il trattamento
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2023-06-20 14:49

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Binge Eating Disorder – Quali i segnali per riconoscerlo?
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Dott.ssa Sabrina Di Pumpo

2023-06-20 14:11

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Dott.a Angela Grisolia

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2023-06-08 10:40

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articolo del giorno

Anosognosia - cos'è e come gestirla negli anziani

2021-12-16 13:00

Dott.ssa Francesca Parabita

Psicologia, psicologia, LACURADELTEMPO, Alzheimer, Anosognosia, Inconsapevolezza,

Anosognosia - cos'è e come gestirla negli anziani

Articolo a cura della dott.ssa Parabita Francesca , laureata in Psicologia dei gruppi, delle comunità e delle organizzazioni .

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“Irragionevole è quella ragione

la quale pretende di negare tutto quanto

perché non riesce ad intendere”

Arturo Graf

 

L’Anosognosia è un disturbo neuropsicologico che causa la mancanza di consapevolezza di un proprio deficit – cognitivo o motorio – a seguito di una lesione all’emisfero cerebrale destro.L’anosognosia è un fenomeno noto nella malattia di Alzheimer: è considerata infatti un tipico sintomo della malattia stimando un rapporto di circa 81% di persone colpite. Il paziente colpito da anosognosia, dunque, oltre ad essere incapace di riconoscere la sua malattia, manifesta la convinzione di possedere le capacità che aveva prima della lesione cerebrale. La conseguenza di questa mancata consapevolezza da parte della persona malata si riflette non solo su sé stessa ma anche sui familiari o caregivers che provano ad aiutare qualcuno che non riconosce di avere alcun disturbo rifiutandone pertanto l’aiuto. Recentemente è stata studiata l’associazione tra anosognosia e malattia di Alzheimer: gli studiosi, attraverso tecniche di neuroimaging, hanno cercato di capire se sia la mancanza di consapevolezza dei disturbi di memoria a provocare l’aumento del declino cognitivo e di conseguenza l’aumento del rischio di comparsa della malattia di Alzheimer. In uno studio pubblicato nel 2019, HanseeuwBj et al., hanno analizzato 486 pazienti che possedevano un lieve deficit cognitivo suddivisi in gruppi con e senza consapevolezza del loro danno. I risultati hanno mostrato un legame tra l’iniziale declino cognitivo, che porta successivamente allo sviluppo della malattia di Alzheimer, e anosognosia: l’anosognosia, infatti, era presente nei pazienti tre anni prima della diagnosi di demenza.

Di seguito riportiamo alcuni consigli per gestire un anziano affetto dalla malattia di Alzheimer con il disturbo di anosognosia:

·         È importante ascoltare, in maniera attiva, le parole della persona anziana per aiutarlo a sentirsi compreso e a stabilire così una relazione sicura;

·          nonostante l’anziano non sia consapevole del proprio deficit cognitivo, è importante coinvolgerlo nelle attività importanti per rallentare il declino cognitivo, come ad esempio le attività di stimolazione cognitiva;

·         oltre al declino cognitivo, insorge anche la scarsa capacità di controllo emotivo: è importante quindi creare un rapporto di fiducia ed empatia con l’anziano evitando così la manifestazione di comportamenti aggressivi;

·         mettersi nei panni dell’anziano, provando a capire le sue emozioni, provando a capire in che modo vive il proprio deficit instaurando un dialogo sereno e tranquillo;

·         essere seguiti sempre da un medico e da uno psicologo per monitorare i sintomi e la malattia.

 

La fiducia con un paziente affetto da anosognosia dovrà essere il punto di forza dei caregivers nella relazione con l'anziano, per evitare l’insorgenza dei comportamenti pericolosi che potrebbe, inconsapevolmente, attuare verso sé stesso o verso gli altri.

 

 

Bibliografia:

 

·         Hanseeuw, B. J., Scott, M. R., Sikkes, S. A., Properzi, M., Gatchel, J. R., Salmon, E., … &Alzheimer’sDisease Neuroimaging Initiative. (2020). Evolution of anosognosia in alzheimer’s disease and its relationship to amyloid. Annals of neurology, 87(2), 267-280.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2020/06/malattia-alzheimer-anosognosia/

·         https://www.stateofmind.it/2020/06/malattia-alzheimer-anosognosia/

·         DEMENZA, Inconsapevolezza e anosognosia - Novilunio NovilunioAnosognosia&Alzheimer’s Disease | A Place for Mom

 

Articolo a cura della dott.ssa Parabita Francesca

laureata in Psicologia dei gruppi, delle comunità e delle organizzazioni

francesparabita@gmail.com

 

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