
“La povertà più terribile è la solitudine e la sensazione di non essere amati”
Madre Teresa di Calcutta
La solitudine è inscindibilmente legata all’esistenza umana. Fa parte del nostro essere e la sperimentiamo in maniera differente in ogni stadio della nostra vita. Nel corso della giovinezza è vissuta in modo più astratto mentre con l’avanzare dell’età, e con l’arrivo della vecchiaia, diviene sempre più concreta; principalmente a causa della riduzione della propria rete sociale. Essendo l’uomo un animale sociale - anzi ultra-sociale - come dimostrano gli studi effettuati da Tomasello e colleghi (2014) – è chiaro che il bisogno di vivere in comunità, il bisogno di appartenere ad un organismo più grande, è una delle caratteristiche fondamentali che ci contraddistingue dalle altre specie. Infatti, l’uomo brama le relazioni, l’approvazione e l’appartenenza ad un qualcosa di più grande e se questi elementi non sono presenti possono svilupparsi sentimenti di solitudine (loneliness). In questo senso, la solitudine può essere considerata proprio come il corrispettivo sociale della fame, della sete e del dolore fisico. Ma che cosa sono la solitudine (loneliness) e l’isolamento sociale? E quali sono le differenze?
La solitudine è un insieme complesso di sentimenti che comprende la percezione di sentirsi esclusi, soli ed emarginati. Più specificatamente - secondo la concezione di Rober Weiss (1973) – la solitudine (loneliness) è “l’isolamento sociale percepito”, ossia l’esperienza negativa generata dalla discrepanza tra la rete sociale realmente costruita e quella desiderata; paragonando questo stato mentale ad una malattia che corrode dall’interno con effetti psicologici e fisiologici deleteri per la salute. Al contrario, l’isolamento sociale fa riferimento all’oggettivo numero di relazioni instaurate e costruite durante la propria vita e può essere considerato come l’aspetto puramente oggettivo della solitudine. In sostanza, questi due concetti, seppur differenti, mostrano un filo comune che li lega e sovrappone. Come abbiamo detto precedentemente la solitudine e l’effettivo isolamento sociale solo collegati e correlati ad un logoramento psicofisico e che quindi coinvolge la salute nella sua globalità. Le persone socialmente isolate e/o con un alto livello di percezione di solitudine, che siano essi bambini, giovani, adulti o anziani, si ammalano più facilmente come dimostrano dagli studi di Primack. Difatti, la solitudine sembrerebbe essere correlata a varie psicopatologie e patologie come i disturbi cardiaci, ictus, depressione, ansia, forme di demenza e forme, addirittura, tumorali (Hawkley et al., 2010). Inoltre, essendo associata ad un peggioramento generale della salute, nei paesi occidentali è diventata, direttamente e indirettamente, la prima causa di mortalità (Holt-Lunstad et al., 2010). Fortunatamente, in alcuni paesi, il “trend” della solitudine sta riscontrando sempre più notorietà all’interno della categoria “fattori sociali importanti per la salute” e questo è il caso del Regno Unito. Infatti, alla fine del 2017, dopo aver analizzato un rapporto secondo il quale circa nove milioni di britannici soffrirebbero di solitudine (circa il 14% della popolazione), Theresa May ha difatti nominato un vero e proprio ministro della solitudine per essere a capo delle questioni inerenti a questo enorme e grave problema sociale.
In conclusione, appare chiaro che la solitudine è un problema sociale e di salute generale sempre maggiore. Pertanto, dovrebbe e deve essere fondamentale cercare di mitigare il più possibile la diffusione della solitudine e di garantire interventi volti proprio alla sua riduzione e delle sue conseguenze negative sulla salute – che comprende sia il fisico che il mentale – di bambini, giovani, adulti ed anziani.
Bibliografia:
Tomasello, M. (2014). The ultra‐social animal. European journal of social psychology, 44(3), 187-194.
Primack, B. A., Shensa, A., Sidani, J. E., Whaite, E. O., yi Lin, L., Rosen, D., ... & Miller, E. (2017). Social media use and perceived social isolation among young adults in the US. American journal of preventive medicine, 53(1), 1-8.
Weiss, R. S. (1973). Loneliness: The experience of emotional and social isolation.
Hawkley, L. C., & Cacioppo, J. T. (2010) Loneliness matters: A theoretical and empirical review of consequences and mechanisms. Annals of behavioral medicine, 40(2), 218-227
Holt-Lunstad, J., Smith, T. B., & Layton, J. B. (2010). Social relationships and mortality risk: a meta-analytic review. PLoS medicine, 7(7), e1000316.
A cura del dott. Francesco Cataldo
Laureato in Psicologia clinica e della salute
francescocataldopsy@gmail.com