
Possiamo immaginare che le persone disprassiche, avendo difficoltà nell’eseguire alcune azioni volontarie, possano avere timore ad approcciarsi all’attività fisica, sia per quanto riguarda gli ambiti scolastici che le attività extrascolastiche. Lo sport però, come sappiamo, può rappresentare un beneficio non solo per la forma fisica ma anche per la sfera emotiva e cognitiva degli individui.
Scegliere lo sport giusto risulta in questi casi molto complicato, poiché, lo sport stesso diviene una sfida da superare, inoltre, essere compresi e supportati da istruttori esperti non è semplice. Gli sport da privilegiare sono quelli che consentono al bambino di avere opportunità di scambio e di inclusione con i pari e che al tempo stesso non siano una competizione verso sé stessi o gli altri, in modo da non favorire la delusione o la frustrazione del bambino.
Di seguito sette consigli pratici per aiutare bambini con disprassia nell’attività fisica:
- bisogna partire da zero facendo apprendere qualsiasi abilità, poiché, non tutti i bambini sono in grado di apprendere unicamente con l’osservazione;
- aiutare il bambino a posizionarsi correttamente, per esempio facendo spostare in un certo modo piedi e mani, per fargli percepire i movimenti;
- le istruzioni fornite devono essere semplici e chiare;
- i movimenti possono essere rafforzati da musica, conteggio e rima ritmica;
- usare coni o linee per racchiudere i movimenti e assegnare uno spazio ben delineato;
- verbalizzare i movimenti per aiutare il bambino;
- premiare gli sforzi, incoraggiare e spronare i bambini a battere i record, senza creare alcun tipo di competizione.
Dunque, è possibile svolgere attività fisica con disprassia. Infatti, lo sport favorisce inclusione e partecipazione nonostante sia più difficile per questi soggetti. La scelta dello sport, in questi casi, deve essere accompagnata da una forte motivazione per superare ogni ostacolo e soprattutto per sfidare i limiti posti dal disturbo stesso al fine di condurre una vita soddisfacente.
Bibliografia
Articolo a cura della Dott.a Binni Chiara
Laureata in Psicologia Clinica e Della Salute
binnichiara36@gmail.com