Capita, a volte, che decidiamo di immergerci in una nuova attività, un’attività che reputiamo molto vicina alle nostre capacità e interessi, e ci pervade un senso di aspettativa e di gioia, ma anche di timore perché non sappiamo se siamo in effetti in grado di poterla eseguire, se sia realmente fatta per noi.
Per risolvere questo dubbio, solitamente, decidiamo di confrontarci con chi ci sta accanto per avere un parere esterno, e a volte ci sentiamo dire, insieme alle più svariate motivazioni:
“Lascia stare, non fa per te”

Dopodiché ci ragioniamo su e magari decidiamo di provare lo stesso. Ma avete notato che, salvo pochi casi, a un certo punto ci accorgiamo che effettivamente quella persona aveva ragione, e proprio per quei motivi che ci aveva addotto? Sembrerebbe quasi una magia, ma possiamo dire che alla base di questa “visione profetica” ci siano due motivi: il primo è che effettivamente quella persona ci conosce così bene da sapere che non fa per noi, il secondo invece non ha a che fare con le nostre reali capacità.
Possiamo trovare una spiegazione rifacendoci a un fenomeno introdotto dai sociologi Robert K. Merton e William Thomas, confermato da studi scientifici successivi, ma che è possibile osservare persino nella letteratura greca (per esempio nel mito di Edipo). Questo fenomeno è conosciuto come “profezia che si auto-avvera”, che si ha quando un individuo, in base all’idea che si è fatto di un evento futuro o di una propria caratteristica, mette in atto una serie di azioni e comportamenti che porteranno alla realizzazione di questa idea.
Per aiutarci a capire meglio la portata di questo effetto, Merton ci offre come esempio un evento accaduto verso la fine degli anni Settanta in California: si diffuse la notizia che i distributori di benzina fossero quasi vuoti poiché non ricevevano sufficienti rifornimenti. La conseguenza fu che un gran numero di automobilisti si rifornì di benzina più del necessario, quindi naturalmente i distributori rimasero effettivamente vuoti, facendo avverare la profezia.
Un po’ come il lievito durante la fase 1 dell’emergenza Covid-19.
Quindi se credo di non essere all’altezza di un compito, pur avendone le capacità, finirò con l’agire in modo tale da fallire e confermare la mia previsione, e questo, come abbiamo appena visto, accade più o meno in tutti i contesti in cui siamo immersi, che sia quello sociale, lavorativo o economico.
E’ stato dimostrato, inoltre, che la profezia che si autoavvera non riguarda solo quello che noi ci aspettiamo, ma anche le aspettative che gli altri hanno su di noi.
Rosenthal e Jackobson negli anni Sessanta dimostrarono ciò attraverso un interessante esperimento in cui sottoposero dei bambini a dei test d’ intelligenza e dissero alle maestre che un gruppo avesse ottenuto un punteggio più elevato nei test (in realtà questo gruppo era stato selezionato casualmente), e che quindi custodissero un grande potenziale. Tornando in quella scuola dopo un anno, constatarono che quel gruppo aveva avuto oggettivamente un rendimento migliore, in quanto le maestre avevano dedicato più attenzione a quei bambini, mostrando una maggiore indulgenza nei loro errori.
Quindi quando ci aspettiamo determinati comportamenti dagli altri, siamo propensi ad agire in modo tale da favorire quegli stessi comportamenti.
Attraverso questi pochi esempi comprendiamo come sia molto facile cadere in questi “errori” di pensiero, che spesso ci portano ad auto-sabotarci, o a farci sabotare dagli altri.
Possiamo usare, invece, queste nuove conoscenze per riflettere meglio su quello che ci accade, per valutare in che modo agire per portare un giovamento alla nostra situazione. Demotivarsi e non credere in se stessi, farsi abbattere dai giudizi negativi altrui, conduce a una strada senza uscita.
Dovremmo ricordarci che non è il destino a guidarci nel mondo, ma le nostre azioni. E, soprattutto, di non smettere di darci una possibilità in più ogni volta che falliamo.
“Gettate sempre il vostro amo: nello stagno in cui meno ve lo aspettate troverete un pesce.”
-Ovidio
Articolo a cura della Dott.ssa Alessia Selvaggio,
Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche
Per approfondimenti:
Robert K. Merton, La profezia che si autoavvera, in Teoria e Struttura Sociale, Bologna, Il Mulino, 1971
Robert Rosenthal & Lenore Jacobson, Pygmalion in the classroom, New York, Irvington, 1992.
Sofocle, Edipo Re, Ciclo tebano.