“Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo”
Leo Buscaglia

Per Funzioni Esecutive intendiamo un insieme di abilità cognitive che intervengono in tutte quelle situazioni in cui è necessario un controllo di tipo volontario.
Le funzioni esecutive sono regolate dal lobo frontale che – a livello evolutivo – matura dopo rispetto alle altre aree cerebrali.
Secondo il modello teorizzato da Miyake e colleghi del 2000, le Funzioni Esecutive sarebbero costituite da tre sottocomponenti indipendenti (memoria di lavoro, shifting/flessibilità cognitiva e inibizione) regolate da una componente sovraordinata: l’attenzione.
Ma cosa sono e a cosa servono queste abilità?
1. La Memoria di Lavoro (WM) comprende due aspetti diversi: l’immagazzinamento delle informazioni nella MBT (memoria a breve termine) e la capacità di lavorare “online”, per un breve periodo, con le informazioni precedentemente immagazzinate.
La WM ci consente di manipolare una serie di informazioni per il raggiungimento di un certo obiettivo.
2. Per Inibizione intendiamo la capacità di sopprimere le risposte automatiche dominanti che potrebbero sorgere durante l’esecuzione di un compito e influenzare la nostra condotta, ma anche la capacità di adottare un comportamento socialmente accettabile in base ai contesti (es. non ridere durante un funerale).
3. Per Shifting o Flessibilità Cognitiva si intende la capacità di spostarsi da un’operazione mentale ad un’altra, da un compito ad un altro, permettendo a ciascun soggetto di adattarsi alle richieste dell’ambiente modificando il proprio comportamento.
4. Per Attenzione, invece, intendiamo il processo cognitivo attraverso il quale è possibile codificare una serie di informazioni.
Le Funzioni Esecutive, nei bambini, possono essere potenziate attraverso varie attività, tra cui:
- le arti marziali e, in generale, tutti gli sport. Le funzioni esecutive, infatti,vengono potenziate ogni qualvolta ci si trova di fronte a compiti sfidanti: non troppo complessi, ma che – al tempo stesso - richiedono uno sforzo cognitivo da parte del soggetto; se la difficoltà del compito rimanesse sempre costante , infatti, l’attività diventerebbe noiosa e il soggetto perderebbe interesse.
- Il bilinguismo; con molta probabilità i bambini bilingue hanno una maggiore capacità di shifting che consente loro di switchare da una lingua all’altra senza difficoltà.
Il consiglio è di esporre il soggetto ad attività consone al potenziamento delle FE sopratutto in età prescolare. In età senile, ad esempio, si registra un declino delle FE a discapito soprattutto della memoria; intervenire precocemente ed esporre il soggetto ad attività di training per le FE aiutano a preservarne l’integrità nel tempo.
Nell’era digitale in cui viviamo,sono tantissimi gli strumenti a disposizione che permettono di potenziare le abilità cognitive, se utilizzati in modo responsabile; non lasciare i propri bambini davanti al televisore, ma permettere loro di utilizzare – in modo adeguato – applicazioni che stimolino la capacità di problem solving, calcolo, logica e memoria potrebbe essere un buon punto di partenza.
Articolo a cura del Dott. Antonio Paone
Laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche
e-mail: antonio.paone001@gmail.com
Riferimenti
Diamond, A. (2012 ). Executive Functions . Annual Review of Psychology .
Garon, N., Bryson, S., & Smith, I. (2008). Executive Function in Prescholars: a Review Using an Integrative Framework. Psychological Bulletin, 134, 31-60.
Posner, M., Rothbart, M., Sheese, B., & Voelker, P. (2014). Developing Attention: Behavioral and Brain Mechanisms . Hindawi .