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Lisa Maccarone

La felicità - La ricerca del tesoro nascosto

Tutti vogliono vivere in cima alla montagna, ma la felicità e la crescita si trovano nel cammino per scalarla. (Confucio)

È difficile definire la felicità, poiché essa è soggettiva per ognuno di noi. Essere felici ha a che fare con il sentirsi soddisfatti dei risultati che si ottengono nella vita e ognuno di noi ha obiettivi differenti che si legano alle proprie soddisfazioni.

Nel particolare periodo che stiamo vivendo molti si sono resi conto di aver avuto la felicità in mano ma di non esserne resi mai conto! Le persone sono portate per lo più a lamentarsi per la mancanza della felicità, anche se un motivo reale di sconforto effettivamente non c'è. Siamo trascinati dalla foga della ricerca di qualcosa che non abbiamo... manca sempre quel pezzettino piccolo così per essere felici. La felicità sembra essere come una staffetta; nel momento in cui stiamo per raggiungere la linea di arrivo questa si allontana da noi, rendendola irraggiungibile. In questo specifico periodo, la linea di arrivo si allontana insieme alla tanto agognata libertà e al bisogno del ritorno alla “normalità”. Questo perché in genere troviamo la motivazione dell'essere felici non da noi stessi ma dai feedback che ci mandano le persone a cui siamo legati e dal contesto lavorativo, in modo tale da sentirci apprezzati. E se la felicità già albergasse dentro di noi? Forse dovremmo aiutarla solo ad uscire allo scoperto....ma come? Molti studi hanno messo in evidenza che mettere in atto dei comportamenti pro-sociali, pensieri positivi e una vita attiva metta in funzione un circolo virtuoso che ci conduce alla felicità. Tutti abbiamo sicuramente sperimentato quel senso di gran soddisfazione che proviamo la sera, quando andiamo a letto, e pensiamo che abbiamo compiuto una buona azione per una persona in difficoltà oppure quando pensiamo che abbiamo avuto una giornata piena, stancante ma comunque fruttuosa. Ecco...ciò ci porta al giorno dopo a cercare di ottenere la stessa soddisfazione! Così si attiva quel circolo virtuoso che ha inizio dentro di noi (e non da stimoli esterni) e ci conduce ad una felicità sempre maggiore basata sull'autostima che man mano cresce ogni giorno di più. La felicità però deve essere riconosciuta da noi e perchè ciò possa accadere è necessario che ognuno di noi esperisca e riconosca a fondo ciò che prova lasciando spazio anche alle altre emozioni, come la tristezza, la frustrazione, la paura e l'angoscia. In effetti questo non accade se nel corso della nostra vita non prendiamo dimestichezza con le emozioni. Questo è molto importante affinchè noi diventiamo coscienti delle nostre emozioni e della nostra persona, in modo che, se la felicità dovesse passare “attraverso” i nostri occhi noi saremo capaci di afferrarla. Essere coscienti della nostra tristezza piuttosto che della paura ci permette di esperire la felicità vera e in modo pieno. Quindi è vero, nel periodo vissuto precedentemente a questa pandemia abbiamo avuto forse più possibilità di essere felici e di essere apprezzati ma possiamo fare qualcosa anche ora per ritrovare una parte di felicità, anche chiusi nelle nostre case. Ad esempio possiamo ritrovare finalmente quel tempo perduto freneticamente ed usarlo per noi stessi, ritrovare hobby accantonati da tempo, dedicarci alle persone vicine e bisognose di cui non avevamo più tempo di occuparci per godere della loro compagnia o semplicemente fermarci un momento e ascoltare gli uccellini che cantano ancora. Tutto ciò ci farà sentire di nuovo soddisfatti di noi stessi e forse ci permetterà di vivere le difficoltà del momento in maniera più positiva.


Articolo a cura di

Dott.a Lisa Maccarone

Psicologa Clinica ed esperta in neuropsicologia clinica dell'adulto e dell'anziano Per approfondimenti: https://www.stateofmind.it/2014/02/impararela-felicita-psicologia/

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