Con l’avanzare dell’età, sempre più spesso possono verificarsi episodi in cui risulta difficile ricordare. Riportare alla mente un ricordo passato o il nome di un nostro caro, nella vita di tutti i giorni risulta naturale, ma quando è presente una malattia neurodegenerativa, come una demenza o l’Alzheimer, diventa difficile e richiede uno sforzo importante.
La perdita di memoria rappresenta uno dei sintomi maggiormente associati alle demenze, in quanto va a compromettere il nucleo identitario della persona stessa, influendo non solo sulla sua vita, ma anche sulla vita delle persone che lo circondano. Ma che cos’è la memoria?
La memoria può essere paragonata ad un magazzino dinamico e flessibile, al cui interno l’uomo conserva le informazioni e gli stimoli ricevuti durante la propria vita.
Attraverso tre processi di elaborazione mnestica, ovvero, la fase di codifica, la fase di ritenzione e la fase di recupero, l’informazione proveniente dall’esterno, viene dapprima registrata e trasformata in un codice che la memoria può riconoscere, successivamente il ricordo viene consolidato e infine, può essere recuperato affinché venga utilizzato.È possibile distinguere due grandi macrosistemi di memoria:
1. la memoria a breve termine (MBT): permette di mantenere poche unità di informazioni per un breve periodo di tempo. Se tali informazioni non vengono trasferite nella memoria a lungo termine, attraverso strategie comportamentali, decadono e spariscono;
2. la memoria a lungo termine (MLT): ha una capacità quasi illimitata e permette di mantenere le informazioni per lungo tempo, conservando le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso della vita. Si suddivide in:
· memoria esplicita (dichiarativa): comprende tutto ciò che il soggetto può esprimere in modo consapevole e si divide in memoria episodica (rappresentazione di un evento specifico) e memoria semantica (conoscenze apprese). Dall’integrazione tra memoria episodica e memoria semantica nasce la memoria autobiografica;
· memoria implicita (procedurale): comprende le conoscenze e le abilità percettive e cognitive a cui non possiamo accedere consapevolmente. È coinvolta in azioni motorie e nelle modalità di procedere, abitudini e schemi di comportamento spesso automatizzati e appresi in precedenza.
È possibile andare a stimolare tutti i diversi sistemi di memoria, attraverso interventi specifici per ogni sua componente. Partendo da attività quotidiane e prendendo come riferimento la memoria procedurale, ad esempio, si può creare un dispositivo denominato “Vestire la memoria”.
Consiste nel vestire una figura umana, considerando le diverse parti del corpo e le differenti situazioni in cui la persona può trovarsi.
Pochi sono i materiali per realizzare tale dispositivo:
· Cartoncini su cui disegnare una figura umana stilizzata;
· Cartoncini su cui disegnare e ritagliare vari vestiti (pantaloni, gonne, maglie, scarpe).
A seconda delle indicazioni date, può essere declinato in due diverse modalità. Nella prima, ad esempio, si può chiedere all’assistito di posizionare un indumento all’interno della figura, collocandolo nella giusta parte del corpo: «dove posizioniamo il pantalone?».Nella seconda modalità, si può chiedere, invece, di scegliere tra gli abiti proposti, quelli più adatti ad una giornata al mare o in montagna: «quando indossiamo sciarpa e cappotto?».
In questo modo, oltre alla memoria procedurale, si va a stimolare anche l’orientamento spazio-temporale, attraverso indicazioni riguardanti lo schema corporeo e le condizioni metereologiche.
Articolo a cura della Dott.a Donatella Rinaldi
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
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