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La demenza e variazioni comportamentali – Tre proposte terapeutiche non farmacologiche.

Dott.a Valentina Urso

I segni tipici del mondo della demenza riguardano la progressiva perdita delle diverse abilità cognitive. Questo venir meno coinvolge sia quelle funzioni considerate “basilari”, come la memoria, l’attenzione e la percezione, sia quelle funzioni superiori caratterizzanti l’esistenza umana come il giudizio, il problem solving e il ragionamento astratto.

Associate a queste manifestazioni spesso troviamo delle variazioni in termini comportamentali, il soggetto infatti può ritrovarsi a sperimentare dei vissuti non coerenti con il suo modo abituale di essere. Questi cambiamenti nel comportamento possono essere il risultato di diverse dinamiche che la persona in questione si trova ad affrontare, come l’essere spaventati e confusi dalla malattia, il trasferimento in una nuova abitazione o in un centro di cure o il doversi abituare alla presenza estranea di un operatore in casa.

Agli esordi della malattia possiamo osservare manifestazioni come l’irritabilità, la depressione e l’ansia mentre nelle fasi successive è possibile riconoscere stati di agitazione, rabbia, irrequietezza, allucinazioni e deliri, aggressione, forte stress emotivo e disturbi del sonno. È possibile intervenire si queste variazioni comportamentali sia con terapie farmacologiche (nei casi più gravi) sia con terapie non farmacologiche, il cui punto di forza è quello di non presentare degli effetti collaterali. Alcuni esempi di terapie non farmacologiche in grado di avere effetti sui disturbi comportamentali dell’anziano sono: - La terapia della bambola: la bambola, simbolo dei vissuti relazionali materni e paterni, contribuisce a soddisfare il bisogno di contatto e affetto, alleviando i sintomi comportamentali; - Musicoterapia recettiva: riguarda l’ascolto di musiche significative dal punto di vista emotivo-relazionale, in grado di mitigare le manifestazioni comportamentali - Stanza multisensoriale: si fa riferimento a delle stanze che offrono diverse tipologie di stimoli dal punto di vista sensoriale e che, oltre a stimolare cognitivamente il paziente, riescono a indurre uno stato di rilassamento.

Queste sono solo alcune delle possibili terapie non farmacologiche in grado di migliorare l’umore e la qualità della vita di una persona con demenza. Presso l’associazione La Cura del Tempo si propongono delle terapie non farmacologiche in grado di portare dei cambiamenti positivi nella vita di un caro affetto da demenza. Articolo a cura di

Dott.a Valentina Urso Psicologa Clinica e della Salute e-mail: vale.urso94@gmail.com Riferimenti bibliografici:

https://www.federicobaranzini.it/disturbi-del-comportamento-nella-demenza/ http://fondazionemantovani.it/portfolio/le-terapie-non-farmacologiche/

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