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Dott.a Alessia Algieri

Laboratorio di stimolazione cognitiva - costruzione di volti

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un declino progressivo di varie aree cerebrali, tra cui quelle che regolano i processi di apprendimento e di memoria. In queste persone quello che si evidenzia è una vera e propria erosione di sé: nella quale ricordi, attitudini e peculiarità della propria personalità iniziano a sfumarsi gradualmente lasciando il soggetto in uno stato di disorientamento graduale. Per quanto riguarda la visione di sé, le persone con malattia di Alzheimer, oltre i vari sintomi, possono anche manifestare difficoltà nel riconoscere il loro volto, quando si guardano allo specchio, poiché il tutto intrecciato a un disturbo della memoria autobiografica.

Infatti, in un quadro di patologie neurodegenerative come Alzheimer, viene mantenuta una certa visione di sé ma quello che si evidenzia è un disorientamento nel tempo, nella quale questi soggetti sono convinti di vivere il loro presente nel passato. Immaginano non solo le caratteristiche fisiche dell’altro ma anche di se stesso nel periodo passato in cui credono di vivere. Per esempio, può accadere che la persona con Alzheimer non si riconoscerà come anziano ma come un adulto con figli di età infantile. Quindi, quello che si può osservare, come presentato in vari studi, è che i soggetti con malattia di Alzheimer sviluppano una difficoltà nel riconoscimento di volti familiari negli stadi avanzati poiché risulta essere causato non solo da disturbi della memoria ma anche da disturbi della percezione. 

Alcuni studi hanno suggerito che la difficoltà nel riconoscimento dei volti, nella percezione del colore e cambiamenti nella vista potrebbero essere indicatori precoci della malattia di Alzheimer. La vista è quel processo sensoriale che è strettamente collegato al funzionamento del cervello poiché il cervello stesso elabora le informazioni visive provenienti dagli occhi e le interpreta per creare una percezione del mondo intorno al proprio sé. Mentre la percezione è quel processo che consente di dare un significato agli input sensoriali registrati dall’ambiente esterno.  In particolare il riconoscimento dei volti è un’abilità percettiva su cui si fa affidamento ogni giorno ed è essenziale nelle interazioni sociali.

Un’attività di stimolazione cognitiva proposta è: il ritratto.

Materiali:

-          Cartoncino con volto;

-          Cartoncini con vari tratti visivi (occhi, bocca, orecchie e capelli).

 

Descrizione dell’attività:

Quello che si propone è presentare il volto creato con il cartoncino all’assistito con vicini gli appositi contenitori contenenti i tratti di cui è composto il viso (occhi, bocca, capelli e orecchie). Si procederà chiedendo all’assistito di mettere sul volto i tratti di cui è formato il viso dando luogo a un ritratto ideale.

Questo laboratorio stimola:

-          La percezione;

-          La memoria;

-          Orientamento spaziale;

-          La creatività.

Questa attività svolta in un contesto accogliente ed empatico fa sentire la persona ancora più competente perché è legato alla creazione di un compito motivante poiché è legato alla rappresentazione artistica-espressiva di un volto ideale; nella quale il soggetto può dare libero sfogo alla propria creatività utilizzando capelli o occhi di diverso colore seguendo nessun modello predefinito. Inoltre, la medesima attività è molto utile dal punto di vista psicologico perché si può comprendere attraverso a essa lo stato emotivo dell’anziano con patologie neurodegenerative come l’Alzheimer (per esempio se è felice o triste) e può circumnavigare le situazioni in cui l’assistito non riesce a esprimersi liberamente (per esempio per via dell’afasia progressiva primaria) e per cui non riesce a riferire come si sente emotivamente. Questa attività, inoltre, permette di stimolare la memoria nel ricordo delle parti di cui è composto un viso, la percezione visiva dei tratti del volto e dei colori, la loro posizione spaziale (dove si trovano gli occhi, le orecchie e così via), la proporzione tra le parti e la quantità (quanti sono gli occhi, le orecchie, la bocca). Articolo a cura della Dott.a Alessia Algieri Laureata in Psicologia Clinica e della Salute

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