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Pseudodemenza depressiva - l'errore della diagnosi

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L’errore nella diagnosi

La pseudodemenza, detta anche pseudodemenza depressiva, è una condizione psicopatologica reversibile, conseguente a specifici disturbi psichiatrici. Il termine, coniato nel 1961, deriva dal fatto che la sintomatologia simula quella delle forme di demenza, inclusa la sindrome di Alzheimer. La difficoltà nella diagnosi differenziale fa sì che circa il 20-30% dei casi inizialmente diagnosticati come demenza siano in realtà pseudodemenze depressive.


Sintomi

Le principali caratteristiche della pseudodemenza depressiva, oltre all’abbassamento del tono dell’umore, includono deficit mnemonici, stato confusionale generalizzato, anomalie del pensiero e conseguenti difficoltà nelle attività quotidiane di base.


Eziologia

La causa principale della pseudodemenza depressiva è la depressione maggiore. Tuttavia, in alcuni casi essa può derivare anche da effetti collaterali legati a un uso scorretto di psicofarmaci. Nella diagnosi differenziale è fondamentale distinguere i casi in cui la depressione è conseguenza del rallentamento cognitivo (tipico della demenza) da quelli in cui ne è la causa: solo in quest’ultimo caso si può parlare propriamente di pseudodemenza.


Valutazione neuropsicologica e trattamenti

Poiché la depressione maggiore può coesistere con la demenza (come comorbilità), non è sufficiente una valutazione testistica o psichiatrica per una diagnosi differenziale, in quanto le due condizioni possono sovrapporsi. Dopo una valutazione neuropsicologica volta a determinare il livello di compromissione cognitiva, è fondamentale ricorrere a strumenti di neuroindagine come l’EEG e la risonanza magnetica.

Studi mostrano che i pazienti con pseudodemenza presentano tracciati EEG nella norma, mentre nei soggetti con sindrome di Alzheimer si riscontrano alterazioni significative anche gravi in circa un terzo dei casi. Inoltre, sono state evidenziate differenze nella riduzione volumetrica dell’ippocampo, come segue:

  • 42% di riduzione nei pazienti con Alzheimer

  • 21% nei pazienti con demenza vascolare

  • 13% nei pazienti con pseudodemenza

Il trattamento della pseudodemenza depressiva si basa sulla somministrazione di farmaci antidepressivi specifici, che si sono dimostrati efficaci nel ripristino delle funzioni cognitive grazie

al miglioramento dell’umore. Nei pazienti con demenza conclamata, invece, gli antidepressivi possono migliorare l’umore ma non influenzano i deficit cognitivi.


Conclusione

Oggi è fondamentale che lo specialista raccolga in modo approfondito la storia clinica del paziente e adotti un approccio multimodale, integrando diverse tecniche di valutazione e collaborando con specialisti di altre discipline. Solo così si può ridurre l’incidenza di errori diagnostici, con un impatto positivo sulla qualità di vita del paziente e dei caregiver.


Articolo a cura del Dott. Scuccimarra Gabriele,

Laureato in Psicologia Clinica e della Salute.

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