Con l’avanzare dell’età spesso si va incontro a problemi di natura cognitiva che si possono manifestare sotto forme diverse di disturbi neurocognitivi, noti come “demenze”.
I principali sono: disturbi neurocognitivi lievi - disturbi dovuti alla malattia di Alzheimer o del Pakinson - e disturbi neurocognitivi vascolari.
In questi casi, diventa necessario un supporto continuo alla persona affetta da demenza, perché chi ne soffre il più delle volte non riesce a svolgere le normali attività quotidiane e non riesce a mantenere salde le proprie relazioni interpersonali. Le attività di supporto sono sostenute dal caregiver dell’assistito, che, nel maggiore dei casi, coincide con un familiare, spesso appesantito sia a livello psicologico che emotivo.
Tuttavia, alcuni piccoli accorgimenti pratici possono alleviare il peso del caregiver. Vediamo quali:
1. Riorganizzazione degli spazi domestici: per assicurare l’autonomia dell’anziano bisogna rendere la casa più sicura possibile, eliminando mobili e oggetti che possono essere ingombranti nel passaggio da una zona all’altra della casa e che possono essere pericolosi in caso di caduta. Necessari anche dei corrimano alle pareti e dispositivi antiscivolo in doccia.
2. Cambiamenti da evitare: l’anziano affetto da demenza è abitudinario, e vivere in un contesto estraneo gli provoca stress e traumi poiché l’orientamento spazio-temporale viene stravolto. Quindi, è bene evitare cambiamenti di abitudini e luoghi per il benessere dell’anziano.
3. L’importanza del movimento: il movimento è molto importante per chi soffre di demenza, in quanto delle semplici passeggiate possono migliorare il benessere sia del caregiver che dell’anziano. Fare movimento migliora l’equilibrio, il tono muscolare e la mobilità articolare ; allo stesso tempo è utile per scaricare l’aggessività e la tensione, tipici dell’alterazione dell’umore di cui soffrono gli anziani con demenza. Il movimento consente anche di far godere di un ottimo riposo sia il caregiver che l’assistito.
4. Per un’interazione efficace: è importante essere sempre pazienti e gentili quando si parla con l’anziano con demenza, con un tono di voce calmo e chiaro, scandendo bene le parole, senza pretendere delle risposte precise come ci si aspetta di solito da un interlocutore e dando il giusto tempo per rispondere. Si consiglia di parlare maggiormente con un tono affermativo e aiutandosi con la gesticolazione per rendere più chiaro il concetto che si vuole trasferire all’anziano.
5. A tutela di chi assiste: il caregiver si deve concedere dei momenti per sé, dedicandosi ad hobby e passioni piacevoli, meglio se con altre persone, per tenere vive le proprie relazioni interpersonali. Ritagliando questi spazi personali non ci si deve sentire in colpa, ma anzi serve a ricaricare le energie e ad evitare l’insorgere di fenomeni di esaurimenti psicoemotivi, come ad esempio il burn out.
Seguendo questi piccoli suggerimenti ne gioverà tutta la famiglia, soprattutto il caregiver e l’anziano con demenza.
Per approfondimenti
Dott.ssa Mina Turi
Laureata in Psicologia dei gruppi, comunità e organizzazioni.
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