Doll Therapy: la bambola che cura
- Dott.ssa Elena Cornacchiulo
- 29 set
- Tempo di lettura: 3 min

La Doll Therapy, conosciuta anche come terapia della bambola, è un intervento non farmacologico utilizzato principalmente nel trattamento delle demenze, come la malattia di Alzheimer. Questo approccio consiste nell’affidare al paziente una bambola, incoraggiando la creazione di un legame affettivo e di accudimento.
La bambola empatica è stata ideata alla fine degli anni ’90 dalla psicoterapeuta Britt-Marie Egedius Jakobsson, inizialmente come strumento per stimolare l'empatia e le emozioni del proprio figlio autistico. Con il tempo, la bambola empatica si è trasformata da semplice giocattolo a vero e proprio strumento terapeutico: grazie a caratteristiche specifiche – come il tessuto morbido, gli occhi che si aprono e chiudono, le dimensioni realistiche, gli arti flessibili e i tratti somatici naturali- favorisce una risposta di accudimento attivo da parte dell'anziano con demenza, contribuendo alla riduzione di alcuni disturbi comportamentali (per esempio: ansia, aggressività o agitazione), diventando così una risorsa nell'affrontare alcune situazioni problematiche.
L'obiettivo principale di questa terapia è quello di migliorare il benessere psicofisico dell’individuo, alleviando i disturbi psicologici, comportamentali e sociali che con il tempo insorgono nelle persone affette da demenza.
La Doll Therapy prevede l’introduzione, nella quotidianità della persona affetta da demenza, di una bambola che presenta caratteristiche simili a quelle dei neonati o dei bambini piccoli. Alcuni modelli, ad esempio, hanno un peso realistico, una pelle morbida al tatto e possono persino emettere suoni simili a quelli di un vero neonato. Questi dettagli contribuiscono a creare un senso di realismo e permettono alle persone di interagire con la bambola in modo più coinvolgente.
La Doll Therapy può avere molti benefici per le persone affette da demenza. Innanzitutto, può contribuire a ridurre i disturbi del comportamento e dell’umore, fornendo un'attività calmante e rassicurante. La sensazione di prendersi cura di una bambola può anche stimolare la memoria emotiva delle persone anziane, portandole a ricordare e rivivere esperienze passate. Inoltre, la doll therapy può migliorare la comunicazione e incoraggiare l'interazione sociale, in quanto la presenza della bambola può favorire il dialogo e la condivisione di emozioni con gli altri. Infine, permette di stimolare le funzioni cognitive, tra cui l’attenzione, la memoria e la manualità.
Tuttavia, è importante sottolineare che la Doll Therapy non è adatta a tutti e non sempre risulta efficace. Alcune persone, ad esempio, potrebbero non provare interesse per le bambole o non attribuire loro alcun significato. Per questo motivo, è fondamentale personalizzare l’approccio in base alla storia di vita, alle preferenze e ai bisogni della persona, considerando che la bambola va a stimolare il ricordo (cosciente e non) delle esperienze di accudimento che la persona con demenza ha vissuto nel corso della sua vita.
Inoltre, la Doll Therapy non deve mai sostituire l'assistenza e il contatto umano. Le persone affette da demenza necessitano di cure adeguate, attenzione costante e relazioni significative con familiari, caregiver e operatori. La bambola rappresenta un supporto complementare, non un’alternativa alla relazione umana.
In conclusione, la Doll Therapy si configura come uno strumento terapeutico efficace, capace di offrire sollievo e benessere alle persone affette da demenza, migliorando la qualità della loro vita quotidiana. Tuttavia, per ottenere risultati positivi, è fondamentale un’attenta valutazione individuale e un utilizzo consapevole, sempre integrato all’interno di un piano di cura globale e personalizzato.
Bibliografia
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Articolo a cura della Dott.a Elena Cornacchiulo,
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute
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