“Territorio della Piave. Calendario venatorio 2002/2003. Comunichiamo l’apertura della caccia per la seguente selvaggina: Albanesi migratori; Kosovari migratori; Marocchini col tappeto; Zingari del caravan; Neri (solo di pellame nero e in genere tutte le specie senza fissa dimora …”
Questa è una frase apparsa su un volantino riportato dal Gazzettino il 17 ottobre 2002 che discrimina e deumanizza le persone appartenenti ad un’altra nazionalità o con un diverso colore di pelle. Cosa significa esattamente deumanizzare? La “Deumanizzazione” è una forma di pregiudizio che nega i tratti tipici dell’essere umano di un individuo o di un gruppo. È un fenomeno sociale tanto importante quanto pericoloso, ed è una delle più potenti forme di ostracismo di individui o interi gruppi, attraverso non solo l’innalzamento di barriere fisiche, ma anche tramite strategie psicologiche e sociali di delegittimazione dell’altro. Attraverso la deumanizzazione sono negate sia le caratteristiche di natura umana, quindi le emozioni primarie e il senso di umanità innato di un individuo, sia le caratteristiche unicamente umane, ossia le emozioni secondarie e le caratteristiche acquisite durante lo sviluppo.
La deumanizzazione è stata oggetto di ricerche in diversi contesti, e la maggior parte degli studi sono stati condotti in relazione all’etnia e alla razza: in un clima di conflitti intergruppi, alcuni gruppi sono deumanizzati di più rispetto ad altri. Questo accade perchè i membri di un altro gruppo sono percepiti come privi di autocontrollo, cultura e moralità, e vengono deumanizzati generando spesso violenza. Il processo di deumanizzazione può presentarsi tramite diverse forme, che possono essere esplicite, attraverso un tipo estremo di pregiudizio atto a stigmatizzare chi non è percepito umano, ed implicite, attraverso una forma sottile e non percettibile di deumanizzazione.
Una forma di deumanizzazione è l’animalizzazione, con la quale sono negate quelle caratteristiche che distinguono gli uomini dagli animali, umiliando l’individuo animalizzato. Di solito, chi animalizza prova disprezzo e disgusto per la persona che vuole deumanizzare. Gli individui, attraverso l’animalizzazione, sono paragonati a delle bestie in relazione alla percezione di pericolosità di una persona. Un’altra forma di deumanizzazione è la demonizzazione, in cui sono attribuiti dei “poteri magici” alla persona deumanizzata, che viene percepita come un mostro, come un demone. Ad esempio, durante il Medioevo e l’epoca moderna esisteva il concetto di “streghe”, e la demonizzazione serviva a contenere la ribellione femminile di quegli anni. Possiamo dire che questo fenomeno non è del tutto scomparso, come mostrano dei casi recenti di persecuzione di streghe verso le donne di alcuni paesi centro-africani. Poi c’è la biologizzazione. Questo tipo di deumanizzazione ha origine dalle metafore legate alla malattia che trasforma l’altro in un microbo, un virus. La meccanizzazione invece, paragona l’individuo ad un robot, ad un automa, privo di calore, di umanità e di empatia. E’ presente la negazione della sfera emotiva e dei sentimenti della persona. Infine, le ultime due forme di deumanizzazione sono: l’oggettivazione e per invisibilità. Attraverso l’oggettivazione, l’individuo è percepito come un oggetto, o uno strumento per raggiungere un determinato fine. Per invisibilità l’individuo viene de umanizzato tramite il silenzio, la noncuranza, annullando l’importanza identitaria di un singolo individuo. Nella vita di tutti giorni incontriamo persone che spesso hanno un’identità sociale diversa dalla nostra, che condividono idee e valori morali non sempre condivisibili col nostro pensiero, ma questo non vuol dire che ci si debba sentire in diritto di sminuire l’altro. Nel momento in cui percepiamo l’altro come diverso da noi, dobbiamo impegnarci a non delegittimarlo e a considerarlo al nostro stesso livello, come una persona che sente e prova ogni singola emozione come noi. Spesso, queste forme di deumanizzazione sono più marcate nei confronti di persone di etnie diverse dalla nostra, ma può davvero un colore di pelle differente dal nostro, portarci a giudicare una persona? Per fronteggiare questo fenomeno, tutti dovremmo avere almeno una cosa in comune: l’umanità. Per approfondimenti Volpato, C. (2013). Negare l’altro. La deumanizzazione e le sue forme. Psicoterapia e Scienze umane. https://it.in-mind.org/article/quando-la-deumanizzazione-ferisce-attribuzioni-di-umanita-e-violenza-0?page=3 Articolo a cura di
Dott.a Mina Turi, Psicologa dei gruppi, comunità e organizzazioni. e-mail: minaturi29@gmail.com
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