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The father - l'Alzheimer e le relazioni famigliari nel cinema


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Come possiamo davvero capire ciò che una persona affetta dal morbo di Alzheimer vive ogni giorno? Comprenderlo – o almeno avvicinarci a quella realtà così complessa – è possibile grazie al cinema, capace di trasmettere emozioni e ricordi. Un film può far provare allo spettatore, anche solo per un breve istante, le stesse sensazioni vissute da chi soffre di questa malattia, svolgendo così una funzione educativa e di sensibilizzazione.

Presentato al Sundance Film Festival nel 2020, “The Father – Nulla è come sembra”  è un dramma diretto da Florian Zeller, tratto dalla sua omonima pièce teatrale “Le Père”, del 2012.

Interpretato in modo magistrale da Anthony Hopkins e Olivia Colman, è un film che riesce a rappresentare “dall’interno” l’esperienza psicologica della demenza. Non è soltanto un racconto sulla malattia, ma un’immersione emotiva e percettiva nella perdita progressiva di memoria e identità del protagonista.

La trama è semplice: Anthony (Anthony Hopkins) è un uomo anziano che comincia a manifestare i primi segni di demenza: smarrimento, confusione, sbalzi d’umore. Non rendendosi conto della malattia e del suo progredire, Anthony rifiuta l’aiuto della figlia Anne (Olivia Colman), che è sempre più preoccupata e afflitta nel vedere il padre perdere lucidità. La tensione cresce quando Anne gli comunica che, per consolidare una nuova relazione, sta per trasferirsi in un’altra città, generando in Anthony ansia e senso di abbandono.

Il punto di forza di questa pellicola è che non si limita a descrivere la demenza: la fa sentire. È un film immersivo, che riesce a trasmettere allo spettatore la terribile sensazione che prova una persona affetta da demenza. Un film, quindi, in cui spazio e tempo si confondono, disorientando chi lo sta guardando. Ambienti che sembrano identici ma che presentano piccoli dettagli diversi, oggetti smarriti,  personaggi che cambiano volto, dialoghi che si ripetono o si contraddicono: tutto questo ricrea la frammentazione della realtà vissuta da Anthony. In questo modo, lo spettatore si ritrova a doversi orientare proprio com’è costretto a farlo Anthony, cercando punti di riferimento che sfuggono continuamente.

The Father però non racconta solo il declino di un uomo, ma anche la separazione di un padre da una figlia. Il rapporto tra Anthony e Anne è complesso: il padre tende alla svalutazione (preferendo l’altra figlia) e alla fuga onnipotente per allontanare l’angoscia legata alla morte. Anne è una figlia sofferente, che prova dolore per il declino del padre e per la separazione definitiva che sa essere inevitabile. Anthony, dietro la sua fierezza e i suoi continui rifiuti, nasconde la paura della solitudine, del vuoto e della morte. Paura che si manifesta nella  scena finale, che rimanda alla relazione tra un bambino e una madre che funge da “contenitore” delle angosce.

In conclusione, The Father  è un film potente che offre una straordinaria esperienza cinematografica e anche un contributo significativo alla comprensione dell’Alzheimer.


Articolo a cura della Dott.a Elena Cornacchiulo,

Laureata in Psicologia Clinica e della Salute

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