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“STILL ALICE: il cinema racconta l’Alzheimer”

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La memoria è la nostra bussola: ci guida nella vita quotidiana, custodisce le nostre esperienze, i nostri legami e ciò che siamo. Ma cosa accade quando questa bussola inizia a perdere direzione?

Nel panorama cinematografico, pochi film riescono a raccontare con delicatezza e verità la complessità di una malattia come l’Alzheimer e “Still Alice” - diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland - è uno di questi (tratto dal libro “Perdersi” di Lisa Genova).

È il racconto di una donna realizzata, che si trova improvvisamente a fare i conti con questa malattia in forma precoce, a riscoprirsi e in un certo senso ad adattarsi lungo il percorso.

Non è solo un film da guardare: è un invito a riflettere sul valore della memoria, sugli affetti che ci sostengono e sulla dignità che ogni persona conserva, anche quando i ricordi sfumano.

 

La trama: quando le parole sfuggono

 

La protagonista del film è Alice Howland, una brillante professoressa di linguistica della Columbia University, interpretata magistralmente da Julianne Moore (che vinse l’Oscar per la sua Interpretazione), amata dai suoi studenti e stimata dai colleghi. Ha una famiglia affettuosa, una carriera di successo e una vita piena di soddisfazioni. Tuttavia, qualcosa comincia a incrinarsi: piccole dimenticanze, parole che non riesce a trovare, disorientamenti improvvisi.

Inizialmente attribuisce tutto ciò alla stanchezza, ma ben presto arriva la diagnosi che cambia tutto: Alzheimer a esordio precoce e di una rara forma genetica.

Il film segue la sua storia passo dopo passo, mostrando il lento avanzare della malattia e l’impatto che questa ha non solo su di lei, ma anche sulla sua famiglia.

 

Il volto umano della malattia

 

Uno dei grandi meriti di Still Alice è quello di mostrare l’Alzheimer non come una semplice condizione medica, ma come un’esperienza profondamente umana. Attraverso gli occhi di Alice vediamo la paura, la confusione, ma anche il coraggio e la determinazione.

Riusciamo a guardare “dentro” la persona anche attraverso i suoi silenzi, i momenti di smarrimento e lucidità.

Il film ci ricorda che dietro ogni diagnosi ci sono persone con una storia, dei sogni e dei sentimenti. Non si tratta quindi solo di una malattia da curare, ma di una vita da accompagnare con rispetto e amore.

 

I messaggi del film

 

Guardando Still Alice, emergono alcuni messaggi fondamentali:

                •             La persona resta oltre la malattia. Alice non smette di essere sé stessa: anche se perde i ricordi, conserva la sensibilità, le emozioni e il bisogno di amore.

                •             Gli affetti sono una forza indispensabile. La famiglia e i legami affettivi diventano il sostegno principale, un porto sicuro quando tutto sembra crollare.

                •             Vivere nel presente è un dono. Il film ci invita a non dare per scontato ciò che abbiamo, ma a gustare ogni momento.

                •             La dignità non svanisce. L’Alzheimer può modificare il comportamento e la memoria, ma non toglie valore alla persona.

 

Una riflessione per chi ama

 

Molti anziani, o le loro famiglie, si ritrovano ad affrontare situazioni simili a quelle di Alice. Per questo, il film diventa uno specchio che riflette emozioni, difficoltà e anche speranze.

Guardandolo, ci rendiamo conto che non siamo soli: tante persone vivono lo stesso percorso e, insieme, è possibile affrontarlo meglio.

 

L’Alzheimer non colpisce solo chi ne soffre, ma coinvolge l’intera famiglia. In Still Alice vediamo i figli e il marito affrontare la nuova realtà, con tutte le difficoltà e i conflitti che questo comporta.

Il film ci mostra quanto sia importante la pazienza, la comprensione e la capacità di adattarsi, ma anche quanto sia difficile accettare i cambiamenti. È una sfida che richiede forza, ma anche tanta dolcezza e amore.

 

 

Un messaggio di speranza

 

Anche se la malattia può sembrare solo perdita, Still Alice ci invita a guardare oltre. Ci dice che la memoria può svanire, ma l’amore resta. Ci ricorda che, anche quando non ci riconosce più, una persona sente la vicinanza, il calore di una carezza, la presenza di chi le vuole bene.

Questo è il messaggio più forte: non smettere mai di esserci, perché anche quando le parole mancano, il cuore continua a capire.

 

Conclusione

 

Still Alice non è un film solo sull’Alzheimer: è un film sulla vita, sulla fragilità e sulla forza dell’amore. Ci aiuta a comprendere meglio la malattia e, allo stesso tempo, ci invita a guardare alle persone che ne soffrono con occhi diversi: non come “malati”, ma come esseri umani che meritano rispetto e dignità.

 

Un’opera toccante, intensa e profondamente umana, che merita di essere vista e discussa soprattutto da chi vive ogni giorno a stretto contatto con questa realtà.



Articolo a cura della Dott.ssa Grimani Francesca Antonietta

Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche

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