La malattia di Alzheimer è una patologia degenerativa caratterizzata da graduale perdita di memoria e deterioramento delle funzioni cognitive. Attraversa di solito 3 fasi (lieve, moderata e grave), nella forma più grave può compromettere la normale quotidianità della vita del paziente ma anche del caregiver stesso, ovvero di chi si prende cura di lui.
Il caregiver infatti si ritrova a dover affrontare comportamenti nuovi e problematici del proprio caro, trovandosi spesso in una situazione di sopraffazione e di frustrazione.
In questo articolo andremo ad individuare alcuni comportamenti da tenere in considerazione nel caso in cui un tuo caro si trovasse in questa situazione:
1) Non arrabbiarti eccessivamente per i suoi comportamenti, soprattutto sottolineando le difficoltà: ricordati che si tratta di sintomi della malattia che non dipendono dalla volontà.
2) Evita di creare penombra nelle stanze: potrebbe causare nella persona con Alzheimer spavento e agitazione. Questo si chiama “sindrome del tramonto” e consiste appunto nel diventare confusi quando il sole scende, o meglio in situazioni poco luminose.
3) Non prendere i commenti “sul personale”: quando il paziente parla, raramente esprime il suo vero sé
4) Non aspettarti che si ricordino: anche avvenimenti che sono stati importanti come il matrimonio possono essere impossibili da ricordare. Mostrare foto può essere utile ma non risolutivo, in quanto alcuni giorni potrebbe ricordare mentre altri ti accorgerai che non ricorderà.
5) Non confrontare: la malattia impatta il cervello in aree diverse con progressione variabile, perciò ogni individuo avrà un’esperienza distinta.
6) Non usare un linguaggio troppo complesso: utilizza termini semplici e frasi brevi e concise
7) Non lasciare in giro oggetti che potrebbe non riconoscere: alcuni oggetti potrebbero diventare fonte di pericolo o di ansia
8) Non dare per scontate la perdita di tutte le abilità: stimola il tuo caro con piccole e semplici azioni quotidiane. Ad esempio qualche piccolo calcolo o la lista della spesa. A questo proposito potrebbero essere utili laboratori di stimolazione cognitiva.
9) Non sperare che migliorerà: possono essere parole dure da accettare ma è una malattia degenerativa per cui non esiste cura, alcuni giorni potrebbe andare meglio altri peggio.
10) Non abbandonarlo: spesso può essere doloroso e difficile, ma ha bisogno di te.
Per concludere è bene ricordare che è importante per il caregiver informarsi, considerare i propri limiti, soddisfare i propri bisogni e interessi, condividere i problemi con la famiglia, non vergognarsi di ammettere le difficoltà e soprattutto chiedere aiuto agli esperti nel caso in cui sentisse di essere sopraffatto.
Per approfondimenti:
Articolo a cura della Dott.ssa Sofia Prosia,
Laureata in Psicologia Cognitiva
e-mail: sofia_prosia@libero.it
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